
CILE: REPRESSIONE CONTRO I MAPUCHE – Sembra non arrestarsi in Cile la repressione della polizia contro il popolo Mapuche, etnia indigena originaria del territorio meridionale cileno ed argentino. Il nuovo governo di destra guidato da Sebastian Piñera, sta imponendo un pesante sistema di controllo nei confronti dei Mapuche residenti nella regione dell’Auracanía. L’occupazione militare del territorio è stata consistentemente rafforzata attraverso l’introduzione di forze speciali di polizia, le quali si aggiungono alla presenza della guardia forestale armata e dei latifondisti, interessati alla cacciata dei Mapuche per motivi economici.
La situazione, già da anni critica in quei territori del Cile, è notevolmente peggiorata successivamente al divampare di alcuni incendi nelle foreste del luogo, incendi che il Ministero dell’Interno e della Sicurezza Pubblica ha immediatamente attribuito, nonostante l’assenza di prove a carico, alla presenza della popolazione indigena. Al fatto è seguito l’arresto dei dirigenti del CAM (Coordinadora Mapuche Arauco Malleco), organo di resistenza organizzato dai Mapuche. Per quanto la CAM si continui a dichiarare estranea agli episodi e affermi di non aver mai inserito nella propria strategia di lotta questo tipo di azioni, i suoi membri sono stati condannati a svariati anni di carcere.
Piñera ha dato il via libera all’utilizzo, nei confronti delle forme di resistenza indigena, della Ley Antiterrorista (Legge antiterrorismo).
Il pesante clima instaurato dalla destra cilena porta alla mente la tortura attuata in epoca di dittatura militare a danno dei Mapuche. Morirono 10 persone, tra appartenenti alla comunità e studenti, intente a resistere all’esproprio di terre indigene in favore delle compagnie e imprese forestali interessate al disboscamento.
Nicoletta Mandolini