Costa Concordia: caccia alla donna che ha prelevato computer di Francesco Schettino

 

COSTA CONCORDIA – Un’equipe formata da 6 poliziotti superspecialisti e due medici legali sta cercando di ricostruire l’identità delle 13 salme, recuperate dai soccorritori all’interno della Costa Concordia. Un gruppo di lavoro altamente specializzato, formato nel 2005 in seguito alla tragedia dello tsunami, sta lavorando all’interno dell’obitorio di Grosseto comparando tutte le informazioni genetiche, e non solo, fornite dai familiari di chi manca all’appello. Le ricerche dei dispersi proseguiranno anche oggi, tempo e mare permettendo, ma ormai non ci sono più speranze di ritrovare in vita altre persone a bordo. E ora tocca alla Giustizia fare il proprio corso.

Nei verbali di interrogatorio del 17 gennaio il comandante Francesco Schettino ha negato che la ragazza moldava si trovasse nella plancia di comando, bensi si era fermata sulla soglia d’ingresso… “È una nostra amica comune che stava a bordo, era sbarcata dalla nave… Faceva parte del personale Costa in altre occasioni – ha affermato Schettino – però stava fuori dalla porta, cioè non stava nella plancia, stava in retrovia; non è che stava sulla plancia dei comandi perchè là non ci faccio entrare nessuno… stava, credo, sulla soglia d’ingresso“.

Ma ora sorge un altro giallo intorno al comandante e ancora una volta c’è di mezzo una fascinosa donna bionda che, sabato 14 gennaio di buon mattino, avrebbe prelevato il computer di Schettino all’interno dell’Hotel Bahamas, poche ore prima del suo fermo. La donna si sarebbe qualificata come avvocato della compagnia di viaggi, ma Costa Crociere smentisce categoricamente e, anzi, fa quadrato contro Schettino, tanto che ieri a Genova 500 dipendenti Costa hanno manifestato a Genova in segno di solidarietà con i passeggeri e l’equipaggio di bordo. Una delle organizzatrici, una hostess 25enne, ha precisato: “Oggi siamo qui, tutti insieme, per esprimere solidarietà ai passeggeri. Ma nessuno di noi vuole più sentire la parola ‘Schettino’“. Ma aldilà degli esiti processuali Costa Crociere potrebbe sin da subito essere ritenuta responsabile della tragedia, qualora venisse confermata la notizia che la scatola nera contenuta nella cabina comandi fosse fuoriuso da una quindicina di giorni.

 

Luigi Ciamburro

 

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