
SCONTRO TRA PARTITI SU MODIFICHE DL LIBERALIZZAZIONI – L’iter parlamentare del dl liberalizzazioni varato dal Consiglio dei Ministri deve ancora iniziare e tra i partiti è già guerra sulle possibili modifiche da apportare al provvedimento. Il premier Mario Monti ha rivolto un appello ai componenti di Camera e Senato, chiedendo di non stravolgere il testo e di lasciare intatte le misure più importanti ma il preludio all’esame che il progetto di legge dovrà affrontare in Parlamento fa pensare che i partiti non abbiano intenzione di accogliere la richiesta.
Nettamente contrapposte le posizioni di Pd e Pdl, che probabilmente faticheranno non poco a trovare un compromesso. “Il provvedimento contiene norme di impostazione diversa – si legge in una nota pubblicata dal capogruppo azzurro Fabrizio Cicchitto – Alcune sono realmente liberalizzatrici altre addirittura dirigiste, e quindi non può non essere esaminato dal Parlamento, evidentemente in modo responsabile, senza accampare la pretesa che esso approvi un testo che è la fotocopia di quello del governo, anche perché ciò non è avvenuto neanche nel lontano passato nei confronti di nessun governo. Quanto al fatto che l’approvazione di questo provvedimento risolverà la crisi riteniamo che bisogna essere comunque prudenti”.
Ben diversa la posizione del leader del Pd Pier Luigi Bersani, che invece plaude al programma di liberalizzazioni e ne auspica l’incremento. “Bisogna difendere e rafforzare le misure approvate dal governo – dichiara – Sono soddisfatto che con Monti si torni a lavorare dopo anni su questo. Difenderemo l’impianto del provvedimento da ulteriori tentativi di svilirlo. Proporremo puntualmente rafforzamenti delle norme laddove ci sono stati passi indietro e una accelerazione laddove si è ecceduto in pericolosi rinvii”.
Critico Antonio di Pietro, che esorta il premier a “passare dalle parole ai fatti”. “Questo esecutivo sembra piuttosto legato”, dichiara in una nota il numero uno dell’Idv, e ha messo in atto “interventi di facciata come quello sui tassisti”, quindi non si può “vendere per oro il provvedimento sulle liberalizzazioni”.
Redazione online
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