Golfo Persico: stop Ue al petrolio iraniano, Teheran non si lascia intimorire

 

GOLFO PERSICO – I ministri degli Esteri dei 27 Paesi dell’Ue si sono riuniti ieri a Bruxelles e hanno deciso lo stop, a partire dal prossimo mese di luglio, alle importazioni di greggio dall’Iran e il congelamento dei beni della Banca centrale iraniana, in seguito alla crescente preoccupazione per il programma nucleare di Teheran. Ma secondo un copione ormai noto l’Iran non si lascia intimorire, assicura che il blocco delle importazioni dei prodotti petroliferi risulterà inefficace e che chiunque vorrà fare a meno del greggio iraniano sarà sostituito da nuovi Paesi richiedenti. Secondo il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehmanparast, il mondo non può fare a meno di un Iran al secondo posto nel mondo per le riserve di gas e al quarto per quelle di petrolio, motivo per cui le nuove sanzioni non sembrano preoccupare l’economia di Teheran. E qualora ci fossero contraccolpi finanziari la Repubblica Islamica rispolvererà la decisione di chiudere lo Stretto di Hormuz al traffico internazionale.

In una nota congiunta David Cameron, Angela Merkel e Nicholas Sarkozy hanno dichiarato che non accetteranno “che l’Iran si doti di un’arma nucelare” e hanno rivolto un appello alla “leadership dell’Iran perchè sospenda immediatamente le attività nucleari sensibili e rispetti pienamente i suoi obblighi internazionali”. Elogi alle sanzioni europee giungono da parte di Israele, oltre che del segretario di Sato americano Hillary Clinton e quello al Tesoro Timothy Geithner: “I mezzi approvati oggi dal Consiglio dei ministri degli Esteri della Ue costituiscono un altro forte passo negli sforzi internazionali per aumentare fortemente la pressione sull’Iran – hanno detto in un comunicato congiunto -. Assieme alle numerose altre sanzioni contro l’Iran che continuano ad essere imposte dall’Iran e la comunità internazionale, questa nuova pressione limiterà le opzioni dei leader iraniani e aumenterà il costo della loro sfida agli obblighi internazionali”.

La Russia è costretta a incassare il colpo e farà in modo di evitare che un qualsiasi altro Paese della comunità internazionale promuova azioni radicali contro l’Iran e assicurà di impegnarsi al massimo per ripristinare i colloqui tra Occidente e Teheran. Nel frattempo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha fatto sapere che una sua delegazione sarà in Iran da domenica prossima al 31 gennaio per cercare di risolvere tutte le questioni di rilievo e rilanciare il tavolo delle trattative.

 

Luigi Ciamburro