Referendum, la Consulta pubblica le motivazioni della bocciatura

Il Palazzo della Consulta a Roma

CONSULTA SPIEGA BOCCIATURA REFERENDUM – Il 12 gennaio scorso la Consulta, dopo un lungo dibattito, ha bocciato le due richieste di referendum relative alla legge elettorale, presentate in seguito alla raccolta di oltre un milione e 200mila firme. La decisione della Corte di dichiarare inammissibili i quesiti ha scatenato un’accesa polemica politica: il primo a protestare è stato il leader dell’Idv Antonio Di Pietro, che ha parlato di “deriva antidemocratica” e ha accusato i giudici di aver voluto compiacere il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Oggi si torna a parlare della decisione della Consulta poicheé il collegio ha pubblicato le motivazioni della sentenza, in cui si legge che “le due richieste hanno lo stesso fine”, cioé “l’abrogazione della legge n. 270 del 2005 (il cosiddetto Porcellum, ndr), allo scopo di restituire efficacia alla legislazione elettorale in precedenza vigente, introdotta nel 1993 (nota come Mattarellum, ndr)” ma se fossero state accolte l’Italia sarebbe stata esposta al rischio di un vuoto normativo in materia elettorale, poiché in caso di esito positivo non sarebbe automaticamente rientrato in vigore il Mattarellum e si sarebbe arrivati “all’eliminazione di una legge costituzionalmente necessaria, che deve essere operante e auto-applicabile, in ogni momento, nella sua interezza”.

Inoltre, per quanto riguarda il secondo quesito a questo si aggiungono “l’assenza di chiarezza” e la “contraddittorietà”.

Redazione online

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