
MONTI FIDUCIOSO SU RIPRESA UE – Dopo aver partecipato ieri alla riunione dell’Ecofin a Bruxelles, il premier Mario Monti riferisce in Senato e alla Camera in merito alle decisioni prese con i partner dell’Ue e alla politica che il governo sta adottando sul piano europeo.
Gli interventi del presidente del Consiglio davanti ai due rami del Parlamento si sono concentrati naturalmente sul problema che è stato posto al centro degli incontri dei giorni scorsi: la crisi dei debiti sovrani che minaccia il vecchio continente e rischia di far andare in pezzi la moneta unica. Monti, seppure cautamente, si dice abbastanza ottimista, spiegando che l’Europa inizia a vedere la luce alla fine del tunnel. “L’impressione che ho avuto – dichiara – è quella di un quadro in evoluzione in cui i contorni di una via di uscita dalla grave crisi che ha colpito l’Europa cominciano a prendere forma”. In altre parole, l’Ue, seppure con fatica, ce la può fare a sopravvivere al terremoto economico che sta attraversando. “Nel quadro europeo ci sono elementi contrastanti”, precisa comunque il premier, poiché dal punto di vista economico la situazione è “in peggioramento” e risulta penalizzata “dall’incertezza sui negoziati della Grecia, dalla decelerazione della crescita e dal declassamento di un ampio numero di Stati europei”, però in ambito politico si sta verificando “un’evoluzione positiva di sensibilità che sembravano cristallizzate”. Anche se con piccoli passi, che stanno avvenendo “con gradualità e timidamente”, l’Europa potrebbe aver quindi iniziato a percorrere la strada che porterà alla ripresa o almeno sembra aver assunto l’atteggiamento giusto.
Monti fa in particolare riferimento alla Germania, visto che la cancelliera Angela Merkel, dopo una lunga resistenza, ha mostrato un’apertura in merito all’ampliamento del fondo salva-Stati e all’emissione degli eurobond.
Infine il professore lancia un appello ai partner europei perché la politica comunitaria venga indirizzata con maggiore decisione a favore della crescita (per la quale “finora si è fatto pochissimo”) e ribadisce la necessità di attribuire “risorse adeguate” al fondo salva-Stati.
Redazione online
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