
MOZIONE UE MONTI – Partito l’esame delle mozioni sulla politica europea. Partita con mezz’ora di ritardo la seduta in Senato a causa di un’iniziale mancanza del numero legale. Un totale di cinque documenti sotto esame presentati da Pd, Pdl e Terzo Polo uniti e da Lega, Idv, Grande Sud e Coesione nazionale. A presiedere ascoltando i suggerimenti dei partiti politici il premier Mario Monti.
Per il momento sono stati presentati solo i documenti del trio e di Idv che in realtà non presentano grandi differenze. Manca all’appello però quello della Lega che con Maurizio Fugatti ha chiesto maggiore tempo: “Ci stiamo ancora lavorando. Dobbiamo fare un punto tra stasera e domani mattina. Comunque un nostro testo sara’ depositato sicuramente”.
Documento Pd, Pdl e Terzo Polo: è stato richiesto dai partiti la creazione di un’agenzia di rating europea, l’introduzione della Tobin Tax, con discorso a parte per la Gran Bretagna, la messa a punto degli eurobond e lo studio di una nuova prospettiva federalista.
Documento Idv: praticamente i punti trattati dal partito rispetto ai colleghi ma con maggiore soffermazione su “il coordinamento e la governance dell’unione economica e monetaria, un rafforzamento delle politiche di coesione europea con misure e provvedimenti che delineino una vera unione politica del continente con un ruolo maggiore del Parlamento europeo, con una comune politica fiscale e finanziaria, con obiettivi comuni per lo sviluppo economico, sociale e culturale dell’area monetaria”. Oltre a questo l’Idv ha dichiarato necessario “promuovere insieme agli altri partner continentali azioni concrete per promuovere una crescita più forte e maggiore competitività e coesione sociale rilanciando gli ideali europei”. Doverosa “una politica comune della difesa europea”, “il completamento del mercato interno” oltre a “l’aggiornamento dell’accordo di Schengen”. Infine adottare “politiche e misure per garantire la stabilità dell’euro” e dare la possibilità alla Banca centrale europea di “concedere prestiti agli Stati avendo a garanzia anche gli asset dell’Agenzia europea sei beni comuni”.
Redazione online
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