Tobin Tax: Cameron oppone un netto rifiuto al progetto franco-tedesco della Merkel e di Sarkozy

David Cameron

CAMERON NON VUOLE LA TOBIN TAX – Una “follia”. Così il Primo ministro britannico, David Cameron, ha definito il progetto franco-tedesco di istituire una tassa sulle tassazioni finanziarie. Caldeggiata soprattutto da Nicolas Sarkozy, l’idea di tassare le operazioni finanziarie fu teorizzata per la prima volta nel 1972 dal premio Nobel James Tobin, per essere poi nuovamente rilanciata in Europa a seguito della crisi dei debiti sovrani. A lungo osteggiata da Berlino, la Tobin tax sembra ora convincere persino la cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha recentemente fatto prova della sua volontà di trovare al più presto un accordo sulla questione. Quanto alla Gran Bretagna, la sua posizione resta quella di sempre, e pone un netto ostacolo all’attuazione di una tassa sulle transazioni finanziarie in Europa.

Difendere simile tassa, proprio ora che l’Europa ha bisogno di rafforzare la sua crescita è “semplicemente una follia”, ha commentato il Premier britannico all’occasione del 42esimo Forum economico mondiale che si è tenuto oggi a Davos. Per meglio avvalorare le sue affermazioni, David Cameron ha fatto appello alle stime che sarebbero state effettuate dalla stessa Commissione europea, secondo la quale l’entrata in vigore della Tobin tax causerebbe in Europa la perdita di 500.000 posti di lavoro, una netta diminuzione del Pil europeo, ed una fuga in massa degli operatori finanziari dai mercati europei. “Non possiamo continuare in questo modo”, ha commentato David Cameron di fronte ad una folta platea di uomini d’affari e di responsabili politici.

Il Premier britannico ha chiesto all’Europa di mostrare “coraggio”, allo stesso modo della Gran Bretagna, la quale, “prendendo delle scelte audaci”, ha saputo “riguadagnare credibilità di fronte ai mercati finanizari”. Il Premier ha poi affermato di credere nell’euro, ma di ritenere necessaria un’integrazione economica più profonda, dotata della “flessibilità necessaria per assorbire gli shocks economici”. “Non pretendo che sia semplice”, ha aggiunto Cameron; “Si tratta di tappe radicali, di misure difficili”, ragione per cui, ha precisato, “la Gran Bretagna ha scelto di non unirsi alla zona euro”. Nondimeno, ha puntualizzato Cameron, “la Gran Bretagna è membro dell’Unione europea, non per mancanza di alternative, ma per scelta”; “che sia chiaro, noi vogliamo il successo dell’Europa”, non solamente in ambito economico, ma anche sul piano politico, ha infine assicurato il Premier.

La Commissione europea, dal canto suo, è intervenuta nella giornata di oggi per smentire le parole del Premier inglese rispetto alle stime fornite dall’esecutivo di Bruxelles. Quest’ultimo ha infatti precisato che le cifre riportate da Cameron non sono quelle che la Commissione intende mettere in luce. Secondo la Commissione europea, al contrario, la Tobin Tax potrebbe offrire un’“alternativa” interessante per raccogliere fondi supplementari, con un impatto “limitato” sul settore bancario e “nessun rischio di delocalizzazione delle attività finanziarie”.

 

Flavia Lucidi