UCCISIONI IN SIRIA – Non si ferma l’uccisione dei civili in Siria, sconvolta dalle manifestazioni anti regime e dalle conseguenti repressioni dal 15 marzo dello scorso anno, quando sull’onda della Primavera araba esplosero le proteste contro il presidente siriano Bashar al Assad. Ogni giorno si ripete il rituale della conta dei morti e a nulla è servito il tentativo della Lega Araba di inviare propri osservatori per fermare i massacri.
Oggi, gli attivisti del Comitato generale della rivoluzione segnalano l’uccisione di 77 persone da parte delle forze governative, di queste 21 persone sarebbero state uccise a Damasco e 44 ad Hama. Lo comunica la tv satellitare al-Arabiya. Morti si registrano anche tra le forze di sicurezza del presidente Assad: dodici soldati governativi sarebbero stati uccisi in due attentati, uno a Idlib, nel Nord-ovest del Paese, l’altro a Daraa, nel Sud. Stando a quanto riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti dell’Uomo.
Ma il dato più raccapricciante è quello che riguarda i bambini, che non sono stati risparmiati dalla carneficina. Oggi l’Unicef ha denunciato che, dall’inizio della rivolta contro il regime, almeno 384 bambini sono stati uccisi in Siria. Molti anche i minori arrestati, circa 380, la maggior parte di età inferiore ai 14 anni. “Abbiamo informazioni su 384 bambini uccisi al 7 gennaio, la maggioranza dei quali sono ragazzi e circa altrettanti sono stati detenuti. Alcuni hanno meno di 14 anni”, ha dichiarato il vice direttore esecutivo dell’Unicef, Rima Salah. Grande preoccupazione è stata espressa dall’Unicef per la situazione dei minori in Siria. Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia ha sollecitato il governo di Damasco a proteggere i bambini.
Il capo della missione della Lega Araba in Siria, il sudanese Mohamed el Dabi, è stato costretto ad ammettere che “nel periodo fra il 24 e il 27 gennaio” le violenze in Siria sono aumentate, in particolare nelle città e nelle aree di Homs, Hama e Idlib. “Malgrado questa situazione, la nostra missione prosegue“, ha sottolineato el Dabi. Domani sono attesi al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, a New York, il segretario generale della Lega araba Nabil el Araby e il premier del Qatar Hamad el Qassem per incontrare, lunedì, il Consiglio di sicurezza dell’Onu, nel tentativo di ottenerne il sostegno al piano di pace approvato domenica e che prevede il passaggio dei poteri di Bashar al Assad al suo vice. La Russia, tuttavia, ha già espresso il suo parere negativo, dichiarando che non sosterrà alcuna risoluzione al consiglio di Sicurezza dell’Onu che chieda l’uscita di scena di Bashar al Assad: “Le decisioni sulla soluzione politica in Siria devono essere adottate senza precondizioni. Noi non possiamo sostenere alcuna risoluzione che chieda l’uscita di scena di Assad”, ha detto il viceministro degli Esteri di Mosca, Gennady Gatilov.
Redazione
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