Celentano al Festival? Per cantare, così ce la sbrighiamo in tre minuti

CRONACHE PLAUSIBILI DA IL DISINFORMATO – Cambia tutto al Festival di Sanremo. Al posto della viziata e capricciosa Tamara Ecclestone, la direzione artistica ha accettato la candidatura di un vecchio volpone dello showbiz, modesto e di poche pretese: Adriano Celentano. Resta difficile, per il telespettatore medio, dipanare la matassa di comunicati stampa e mezze ammissioni che ha già prodotto il Corrugato, ma il risultato finale sarà quello di trovarselo sul palco a fustigare usi e costumi con la banalità del bene, bravo, è proprio così.

L’approccio è stato quello di sempre: una polemica sul veto della RAI, sul controllo di quello che dirà e sulla libertà d’espressione di un artista che nel silenzio dei colli brianzoli – o in sala di registrazione – trova la sua massima espressione. Al primo abboccamento e all’accordo di massima – sempre accompagnato da indiscrezioni e rivelazioni di corridoio – seguiranno improbabili anteprime sul tormentone dell’apparizione e l’inevitabile polemica sulla scenografia da rifare o sul cachet stellare. Da qualche giorno la pressione dei comunicati stampa si è attenuata, forse Claudia Mori ha finito il toner della stampante, ma i tempi stringono e probabilmente alla RAI non hanno tempo a sufficienza per seguire tutta la procedura. Di qui l’accordo sul cachet e l’insulto alla matematica.

Le indiscrezioni parlano di un compenso di 300.000 Euro a puntata, e questo è un insulto semplice, con un massimo cumulabile di 750.000 Euro, e questo è l’insulto alla matematica. Con il resto di due puntate (300 + 300 = 600) resterebbero 150.000 Euro, insufficienti per una terza puntata tutta intera, ma bastevoli per una rapida apparizione e un ammiccamento veloce da dieci minuti, oppure una telefonata di un quarto d’ora da casa, magari mentre mangia, così ci propina un pistolotto contro gli OGM. In ogni caso gli interventi del Corteggiato dovrebbero durare mezz’ora e l’unico vantaggio sarà l’assenza di spot pubblicitari. Restano dei dubbi sul tormentone di queste apparizioni, proviamo a fare un’ipotesi.

A Sanremo Celentano potrebbe cantare, è capace di farlo e ne abbiamo le prove da almeno cinquant’anni, ma, lasciato da solo su un palco a tassametro non interamente suo, potrebbe esercitare il suo magnetismo per un minuto prima di attaccare il tormentone, una scelta quanto mai difficile. Nucleare e risorsa acqua sono stati superati dai referendum, le foreste hanno la certificazione ambientale, il sociale è difficile e non si può banalizzare, altrimenti precari e cassintegrati si incazzano. I tassisti meglio non toccarli perchè sono i suoi testimonial più affidabili e portatori inconsapevoli del suo Verbo. In ogni tassista c’è un Celentano visto di spalle, è la scenografia che li frega.

Governo tecnico e spread sono temi difficili, ci vorrebbe uno che ne capisce, che capisca la differenza fra economia reale e finanza, vallo a trovare, il tempo stringe e febbraio è dietro l’angolo. L’unico tema inesplorato per quest’anno è il navigare sotto costa. Vedete che disastri succedono a navigare sotto costa. Già me lo vedo il Clan al lavoro, per convincere la gente che navigare sotto costa è inumano, non si rispettano gli altri e si danneggia l’ambiente. Navigare sotto costa, sia rock che lento, a venti nodi o a cinque nodi, è sempre dannoso.

I prossimi giorni e le inevitabili prossime indiscrezioni ci diranno se abbiamo azzeccato il tormentone, nell’attesa ce ne stiamo al largo.

 

P. Rincolvati

Le cronache plausibili di Rincolvati. Notizie da prendere alla leggera