
NAUFRAGIO COSTA CONCORDIA – Nella giornata di ieri è stato interrogato il vicecomandante della Costa Concordia, Ciro Ambrosio, 28 anni, che dopo cinque ore di botta e risposta in Procura a Grosseto non ha voluto nè potuto rilasciare dichiarazioni ai giornalisti. Egli e il comandante Francesco Schettino sono ritenuti i principali responsabili del naufragio della nave al largo dell’Isola del Giglio, ma secondo alcune indiscrezioni il primo ufficiale in plancia avrebbe scaricato ogni responsabilità sul comandante e che al momento dell’impatto non aveva lui il timone della nave in mano. Ciro Ambrosio ha scaricato le responsabilità su chi lo ha “esautorato” prendendo il suo posto al timone mentre si avvicinavano al Giglio e decidendo “autonomamente”. In Procura c’era anche il capo della sala operativa della Capitaneria di porto di Livorno, Gregorio De Falco, passato alle cronache per la concitata telefonata tenuta con Schettino, ma Ambrosio era già stato ascoltato dagli inquirenti cui aveva dichiarato: “A circa 4,5 miglia il comandante disse di mettere il timone manuale, ordine che eseguii. La navigazione proseguì come da tracciato precaricato sino a quando io, nella qualità di capo guardia, ad 1,9 miglia dall’isola iniziai ad accostare a dritta” e, poco dopo, Schettino urlò: “Master take the com”, stabilendo il passaggio di consegne al comandante.
Nei giorni scorsi sono stati interrogate altre tre persone presenti nella plancia di comando della Concordia e anche loro avrebbe sottolineato le responsabilità di Francesco Schettino che avrebbe deciso in totale autonomia la rotta che ha causato l’impatto contro lo scoglio delle Scole. Al termine dell’interrogatorio il legale di Ambrosio, Salvatore Catalano, ha spiegato che il suo assistito “è primo ufficiale di coperta. Prima di lui ci sono tre ufficiali suoi superiori” e che quindi avrebbe semplicemente eseguito ordini altrui. Inoltre, ha spiegato l’avvocato, “è sceso quando dalla sua parte non c’era più nessuno. Ha raggiunto gli scogli a nuoto e là ha trovato Schettino”. In un’intervista rilasciata in serata a ‘Quarto Grado’ il vice comandante ha dichiarato: “La verità sta già in televisione, già si sente. Su una nave il Comandante viene dopo Dio. Dopo Dio, a bordo, comanda lui… Gli ho detto che eravamo prossimi alla terra, ma il Comandante voleva passare vicino alla costa, e se gli dici qualcosa invadi la sua privacy, non lo rendi un bravo comandante. Quando il Comandante assume il comando sul ponte di plancia, nessuno può dare ordini…”.
Intanto scoppiano polemiche per quanto concerne il rimborso dei naufraghi che, secondo le prime stime, si attesterebbe intorno ai 14 mila euro a persona, bambini compresi. Ma c’è chi non vuole accontentarsi: “sei passeggeri americani hanno presentato denuncia a Miami (dove si trova il quartiere genrale della Carnival) e richiesto 460 milioni di dollari. Sedici cittadini tedeschi, invece, anch’essi legati ad uno studio legale statunitense, hanno chiesto 160 mila dollari per ogni sopravvissuto e un milione di dollari per le vittime.
Luigi Ciamburro
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