
RIVOLTA IN SENEGAL – In Senegal scoppia la rivolta dopo la decisione del Consiglio costituzionale del Senegal che ha accettato la candidatura alle prossime elezioni presidenziali dell’attuale capo di stato Abdoulaye Wade, mentre ha rifiutato e declassato come irricevibile la candidatura del cantante Youssou N’Dour. Al diffondersi della notizia nella capitale Dakar sono scoppiati violenti scontri tra i manifestanti che hanno lanciato pietre contro la polizia e gli agenti che hanno risposto con manganelli e lacrimogeni. E dopo qualche ora di tafferugli è scappato il morto: un poliziotto è rimasto ucciso in circostanze ancora da chiarire, mentre la rivolta da parte dei giovani del Movimento del 23 giugno (M23) si espande a macchia d’olio anche in altre città di provincia come Thies, Kaolack, Matam e Ourossogui.
I manifestanti contestano la ricandidatura del presidente uscente Wade e si dicono pronti a marciare sul palazzo della Repubblica. Il cantante Youssou N’Dour denuncia un clamoroso colpo di mano da parte di Wade e dichiara “Sono e resto un candidato” e si affuda in appello per contestare la scelta presa dal Consiglio costituzionale che lo ha messo ‘fuori gioco’ ritenendo valdie soltanto 8.911 firme, a fronte delle 10.000 necessarie per presentarsi alle elezioni. Ben 4.000 firme in suo favore sono state ritenute false, ma i giovani senegalesi non ci stanno e danno vita ad una sonora protesta.
Redazione