GERMANIA CRISI GRECIA – La Grecia è in gravissime difficoltà economiche e nonostante i ripetuti annunci non è stato ancora concluso l’accordo con i creditori privati per la ristrutturazione del debito. Il Paese è a serio rischio di default e alcuni economisti ne danno ormai per certa l’uscita dall’Euro nei prossimi mesi. Con il rischio di trascinarsi dietro altri Paesi europei in difficoltà. A breve dovrebbero partire gli aiuti internazionali per 130 miliardi di euro rientranti nel secondo pacchetto di salvataggio che l’Europa ha varato lo scorso luglio. Ma la Germania punta i piedi e insoddisfatta delle misure adottate finora dal governo greco è arrivata addirittura a chiedere il commissariamento della Grecia, prima di dare il proprio placet al secondo piano di aiuti. Il governo tedesco, aveva anticipato nei giorni scorsi il Financial Times, vorrebbe che Atene ceda la propria sovranità sulle decisioni fiscali e di spesa, per affidarle ad uno speciale commissario di bilancio europeo. Il nuovo commissario avrebbe addirittura potere di veto sulle decisioni di bilancio adottate dal governo greco, se queste non venissero giudicate in linea con gli obiettivi fissati dagli istituti di credito internazionali. Secondo la proposta tedesca, il commissario verrebbe nominato dai Ministri delle Finanze dell’Eurozona e avrebbe la responsabilità di supervisionare “tutti i principali settori della spesa” pubblica greca. Atene, secondo i tedeschi, dovrebbe “accettare uno slittamento della sovranità di bilancio a livello europeo per un certo periodo di tempo”.
Poco dopo è arrivata la dichiarazione del portavoce del Commissario europeo all’Economia Olli Rehn, che ha detto che la Commissione Ue “è impegnata a rafforzare ulteriormente la propria capacità di monitoraggio” sulla Grecia.
Alla proposta di questa “estensione senza precedenti” di un controllo dell’Unione Europea su uno Stato membro, ha risposto immediatamente il governo di Atene, dichiarando in una nota che il bilancio greco è di “esclusiva” responsabilità della Grecia e respingendo quindi con decisione qualunque possibilità di cedere la propria sovranità alla Ue sulla propria legislazione di bilancio. Anche il ministro greco delle Finanze, Evnagelos Venizelos, ha chiesto ai partner europei di rispettare i principi di solidarietà e di eguaglianza: “Chiunque ponga ad un popolo il dilemma tra aiuto finanziario e dignità nazionale ignora insegnamenti storici fondamentali”, ha sottolineato Venizelos.
Alla decisa risposta del governo greco ha fatto seguito, oggi, quella del premier del Lussemburgo e presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker, che ha definito la proposta del governo tedesco di commissariare la Grecia “inaccettabile”. “Sono fermamente contrario a questa idea di una commissione che avrebbe per sola missione di sorvegliare la Grecia”, ha detto Juncker al suo arrivo a Bruxelles al Consiglio Ue. “Se un paese esce in modo durevole dai binari, non mi opporrei a fare una cosa come quella proposta”, ha precisato il presidente dell’Eurogruppo, “ma non trovo troppo felice di farlo unicamente per la Grecia”.
Ieri, il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schauble è tornato ad ammonire il governo di Atene che in mancanza di misure concrete per sostenere l’economia greca, l’Europa potrebbe rifiutarsi di fornire alla Grecia i nuovi aiuti finanziari. “L’Europa è pronta a sostenere la Grecia” con un nuovo piano d’aiuti, ma se Atene non applica “le decisioni necessarie invece di limitarsi ad annunciarle … non c’è cifra di denaro che possa risolvere il problema”, ha dichiarato Schauble.
Una durezza che tuttavia non incontra il favore di tutti i membri della Ue, oggi anche l’Austria ha detto che l’atteggiamento della Germania verso la Grecia è sbagliato. “In politica non è necessario insultare”, ha affermato il premier austriaco, Werner Faymann, intervenendo al prevertice dei capi di governo socialisti organizzato nella sede del Pse a Bruxelles, “un atteggiamento così non porta nulla e va nella direzione sbagliata”. “La Grecia deve mantenere gli impegni”, ha spiegato Faymann, ma “servirà un processo lungo quattro anni prima che possa tornare a finanziarsi sul mercato. Fino a quel momento non è necessario essere vessatori“, ha aggiunto. La pensa allo stesso modo anche il Ministro degli Esteri del Lessemburgo, Jean Asselborn, che ha esortato a “non ferire più del necessario” il popolo greco.
Redazione
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