Napolitano invita al confronto corretto tra governo e forze sociali e richiama a impegno per la cultura

Giorgio Napolitano

NAPOLITANO SU CRISI – Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, oggi Bologna per la consegna della laurea ad honorem in Relazioni internazionali, ha esortato ad un “corretto confronto” tra Governo e forze sociali sulle misure economiche da adottare per contrastare la crisi economica. Il rischio, ha avvertito Napolitano, è che si verifichino reazioni fuori misura ai provvedimenti legislativi che diano luogo a “ribellismo” e “violenze inammissibili”. “Sono fuori discussione le prerogative del Parlamento e le esigenze di un corretto confronto tra governo e forze sociali. Non intervengo nel merito di alcuna questione politicamente o socialmente controversa – ha aggiunto il Capo dello Stato -: metto però in guardia contro la pericolosità di reazioni, a qualsiasi provvedimento legislativo, che vadano bene al di là di richieste di ascolto e confronto e anche di proteste nel rispetto della legalità, per sfociare nel ribellismo e in forzature e violenze inammissibili”. Il riferimento è alle varie categorie professionali che nei giorni scorsi sono state al centro delle cronache per le accese proteste contro i provvedimenti del governo.

“Le manifestazioni di dissenso e di protesta se sono motivate e si esprimono correttamente possono essere prese in attenta considerazione. Altrimenti no”, ha sottolineato Napolitano. Il presidente della Repubblica oggi è stato duramente contestato dai giovani “indignati” che hanno manifestato a Bologna. Dalle contestazioni sono nati tafferugli e scontri con la polizia.

Riguardo alla crisi, Napolitano ha ammonito che è lecito chiedersi se l‘Italia ne uscirà impoverita materialmente, e “questo è probabile”, ma “guai se uscisse impoverita spiritualmente e culturalmente”. Quindi il Capo dello Stato ha sollecitato l’impegno pubblico per il finanziamento della cultura, pur nella necessità di tagli alla spesa. “Tagliare la spesa pubblica – ha sottolineato Napolitano – non significa farlo alla cieca. Fra uso del bisturi e del machete può esserci anche qualcosa di intermedio per salvaguardare l’insostituibile impegno finanziario pubblico nella cultura“.

Redazione

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