Crisi in Siria: Russia e Cina ostacolano il piano di pace della Lega Araba

 

CRISI IN SIRIA – Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu svoltosi nella notte non ha portato nessuna risoluzione alla crisi in Siria, dove da undici mesi imperversa una cruenta guerra civile tra manifestanti che chiedono maggiori libertà e democrazia e il regime di Bashar al Assad che sembra non abbia nessuna intenzione di lasciare il potere. Ancora una volta Russia e Cina ostacolano una decisa risoluzione e respingono il piano di pace della Lega Araba in cui è prevista la deposizione del tiranno, sebbena da Mosca siano giunti piccoli segnali di apertura da parte dell’inviato russo al Palazzo di Vetro, Vitaly Churkin: “Oggi più che mai è importante che in Siria ci sia un vero dialogo tra tutte le parti in gioco. Questo consiglio deve essere ispirato dal principio di non interferenza negli affari interni di uno Stato”.

Ben più aspre le dichiarazioni rilasciate dal segretario di Stato americano Hillary Clinton, che ha lanciato l’allarme di una guerra civile e sottolineato come il regime siriano stia “mettendo uno contro l’altro gruppi etnici e religiosi” e invoca l’attuazione del piano di pace della Lega Araba che prevede la cessazione delle violenze, la protezione dei civili, il rilascio dei prigionieri arrestati ingiustamente durante le rivolte degli ultimi mesi e il ritiro delle truppe militari dai centri delle città.

Il Consiglio di Sicurezza proseguirà quest’oggi e per tutta la settimana, al termine della quale si dovrà votare sul testo dei Paesi arabi con probabili modifiche. E mentre l’Onu parla ancora di 5.400 morti gli attivisti siriani anti-regime aggiornano il tragico bilancio salito a oltre 7.000 vittime.

 

Redazione

 

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