
MONTI PREMIATO A PARIGI – Il Presidente del Consiglio italiano Mario Monti è stato insignito ieri a Parigi del premio “Europeo dell’Anno”, per il ‘Trombinoscope’, annuario professionale del mondo politico francese ed europeo. La cerimonia si è svolta all’Hotel de Lassay, residenza del presidente dell’Assemblea Nazionale francese. Il Presidente del Consiglio ha ringraziato del premio aprendo il suo discorso con una battuta: “E’ con onore che ricevo questo premio, totalmente inatteso, quasi quanto diventare primo ministro italiano…”, ha detto Monti, precisando subito dopo che il premio andrebbe corrisposto a “tutto il popolo italiano”, per aver accettato “di sopportare sacrifici molto, molto considerevoli, in tempi così ristretti”. “E per di più da parte non di un uomo che è stato scelto, ma che è stato nominato per un tempo determinato”, ha sottolineato.
“Se il premio è un po’ meritato da parte mia è perché mi sforzo di dire che i sacrifici che chiedo tutti i giorni agli italiani non sono chiesti dall’Europa”, ha aggiunto Monti. “Faccio tutto quello che posso per non essere considerato un commissario dell’Ue in Italia, nonostante lo sono stato per dieci anni e qualche impresa francese se lo ricorda ancora…”, ha commentato il premier, insistendo sulla necessità dei sacrifici per le generazioni future.
Quindi, rivolto ai giovani che in questo periodo “soffrono” una disoccupazione record, Monti li ha invitati a “continuare ad avere speranza”. Con l’approvazione al Consiglio europeo di lunedì del fiscal compact, il nuovo patto di bilancio europeo, Monti ha affermato che “ora si può tornare senza complessi al problema della crescita”, guardando “soprattutto verso i problemi dei giovani che dappertutto, e in Italia in particolare, soffrono il problema della disoccupazione“. Dunque “bisogna lavorare nei mesi e negli anni a venire per dare sostanza a questa marcia dell’Europa verso la crescita che ritengo assolutamente essenziale”, ha concluso il premier.
Il premio “Europeo dell’Anno” è stato conferito negli anni scorsi ad Angela Merkel, Nicolas Sarkozy, Hermann Van Rompuy e nel 2006 a Massimo D’Alema.
Redazione
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