
MARINE LE PEN E IL NAZISMO – “Il nazismo fu un abominio. A volte rimpiango di non essere nata in quel periodo per combatterlo”. Con queste parole Marine Le Pen ha risposto alle molte domande che le sono state rivolte nella giornata di oggi dalla stampa francese, circa la sua partecipazione ad un ballo organizzato dall’estrema destra austriaca, il 27 gennaio scorso a Vienna.
Qualche minuto prima, la leader del Fronte Nazionale (FN) aveva definito “un’infamia”, una “bassezza”, una “calunnia” la notizia trapelata qualche giorno prima dalla stampa francese ed estera, volutamente architettata dai suoi avversari politici proprio nel momento in cui la candidata del FN alle elezioni presidenziali francesi veniva data in netta rimonta dai sondaggi rispetto al presidente della Repubblica, Nicolas Sarkozy e al socialista François Hollande. Marine Le Pen si è detta vittima di una sorta di complotto, volto ad impedirle l’accesso al secondo turno delle elezioni presidenziali, previsto ai primi di maggio.
La ragione, una cieca avversione per colei che di fronte ai giornalisti ha descritto se stessa come “la sola a lottare contro l’immigrazione”, “la sola che ha il potere di far indietreggiare il fondamentalismo islamico” in Francia, “la sola”, infine, “a voler restituire il potere al popolo”. Le accuse che le sono state mosse di recente servirebbero dunque, secondo Marine Le Pen, a distogliere l’attenzione degli elettori dalle questioni più importanti, come “la disoccupazione di massa”, il precariato, “il crollo del potere d’acquisto”, la penuria di alloggi. “Se avessi commesso un errore lo ammetterei (…), ma in questo caso si tratta di un puro e semplice montaggio diffamatorio”, ha continuato la candidata.
Quest’ultima ha aggiunto infine: “I Francesi sono al corrente della mia avversione per ogni tipo di totalitarismo”, per il quale “non ho alcuna indulgenza”, sia esso nazista o comunista.
Paolo Battisti