EGITTO – A Porto Said una partita di calcio è divenuta la scintilla per scatenare una vera e propria battaglia, che si è svolta nella quasi totale indifferenza degli agenti di polizia schierati per garantire l’ordine e che ha causato la morte di 74 persone e oltre un migliaio di feriti. Le violenze scoppiate tra i tifosi delle squadra locale di al Masry e quella ospite di el Ahly rispecchiano, in realtà, la battaglia civile mai assopita in Egitto tra i partigiani dell’ex presidente Hosni Mubarak e i sostenitori della rivoluzione, evidenziando le difficoltà da parte delle autorità egiziane di tenere la situazione sotto controllo.
I cruenti tafferugli sono scoppiati subito dopo il triplice fischio finale che ha decretato la vittoria della squadra di casa per 3-1. Ma non è bastato per impedire l’invasione di campo degli ultras del Masry che hanno intrapreso una furibonda caccia ai giocatori avversari, divisi da una vetusta rivalità sportiva, anche se secondo molti l’assalto era stato pianificato preventivamente. Dalle immagini televisive vediamo centinaia di tifosi entrare in campo, mentre gli agenti schierati in assetto antisommossa appaiono incapaci di gestire la situazione e si tengono a bordo campo. In meno di un’ora oltre 70 persone perdono la vita, perlopiù schiacciati nella calca o uccisi a coltellate. Poco dopo l’esercito ha inviato due elicotteri per far evacuare giocatori e tifosi ospiti rimasti intrappolati nello stadio. Al termine della tragica serata l’esercito fa sapere di aver tratto in arresto 47 persone. Il capo delle forza armate Tantawi, che al momento tiene le redini del potere in attesa delle prossime elezioni presidenziali, ha dichiarato che “il Paese supererà questa fase. L’Egitto sarà stabile. Abbiamo una roadmap per trasferire il potere a civili eletti. Se qualcuno punta all’instabilità in Egitto , non vincerà. Ciascuno avrà quel che si merita”.
Luigi Ciamburro
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