
CRISI GRECIA – Si aggrava drammaticamente la crisi della Grecia. Ieri erano in corso le trattative tra i partiti greci e i rappresentanti della troika, formata da Unione Europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale, sulle riforme da introdurre nel Paese come condizione per sbloccare i nuovi aiuti internazionali (già varati da mesi). Tuttavia i negoziati si sono risolti in un nulla di fatto e se non verrà trovato al più presto un accordo, senza nuovi finanziamenti la Grecia fallirà a marzo. Il tanto temuto e più volte annunciato default, sembra dunque sul punto di realizzarsi sul serio.
L’Unione europea aveva chiesto che un accordo fosse raggiunto entro ieri sera, a mercati chiusi, sia nella trattativa con i creditori privati (in corso da diverso tempo), che in quella con i creditori istituzionali (Ue, Bce, Fmi, appunto). Un accordo con i creditori privati dovrebbe essere raggiunto, il problema è rappresentato da quello con la troika, per il netto rifiuto dei principali partiti che sostengono il governo tecnico ad introdurre ulteriori misure di austerità. “Non consentirò misure che portino a una maggiore austerità”, ha dichiarato Antonis Samaras, leader di Nuova Democrazia, mentre Georgios Karatzaferis del Raggruppamento Popolare Ortodosso, partito nazionalista, ha detto che non ha intenzione di “contribuire all’esplosione di una rivoluzione” in Grecia a causa delle misure che vuole introdurre la troika. Ieri Papademos ha anche chiamato il presidente della Bce Mario Draghi e il direttore dell’Fmi Christine Lagarde per avere un aiuto nelle difficili trattative, ma senza alcun esito.
La troika pretende dalla Grecia un ulteriore abbassamento dei salari minimi, il taglio delle tredicesime anche nel privato e un intervento sulle pensioni complementari. Riforme a cui si oppongono oltre ai partiti anche sindacati. Ue-Bce-Fmi chiedono poi dalla Grecia un nuovo taglio alla spesa pubblica, pari all’1% del Pil, per una cifra di circa due miliardi di euro, che dovrebbe comprendere anche tagli alla difesa e alla sanità. Se non verrà trovato un accordo su questi punti, la troika non concederà i 130 miliardi di euro del secondo pacchetto di aiuti internazionali, varato lo scorso luglio e confermato al Consiglio europeo del 26 ottobre. Se la Grecia non riceverà gli aiuti finanziari fallirà sicuramente a marzo, quando dovrà rimborsare 14,5 miliardi di euro di titoli pubblici in scadenza. Ieri, anche il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker, dopo aver più volte smentito nei mesi scorsi il default, ha parlato di possibile fallimento del Paese.
“La Grecia ha già superato la data limite che l’Unione europea le aveva dato” sulla chiusura delle trattative con i creditori privati per la ristrutturazione del debito, ha dichiarato oggi un portavoce della Commissione Ue, sottolineando che il “ritardo che non si può ignorare”. In merito alle trattative con la troika, il portavoce ha affermato che la troika “non chiede più austerità ma solo l’applicazione di un programma di tagli già deciso, perché al momento sono in ritardo su privatizzazioni e riforme”.
Nella conferenza stampa congiunta di oggi a Parigi sia la cancelliera tedesca Angela Merkel che il presidente francese Nicolas Sarkozy hanno sollecitato la Grecia a trovare al più presto un accordo con la troika. “Non ci può essere un nuovo programma per la Grecia se non sarà raggiunto un accordo in seno alla troika”, ha dichiarato il cancelliere tedesco. “Dico che i nostri amici greci devono assumersi le loro responsabilità votando le riforme su cui si sono impegnati”, ha aggiunto Sarkozy.
Redazione
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