Ministro Profumo: lotta al digital divide, i cittadini siano capaci di creare lavoro

Francesco Profumo

MINISTRO PROFUMO SU DIGTAL DIVIDE E LAVORO – Il Ministro della Pubblica Istruzione Francesco Profumo nell’annunciare l’agenda digitale del governo Monti, parla di Internet come di un elemento fondamentale per la svolta della nostra economia e del lavoro che può portare. “Internet sarà l’equivalente di quello che negli anni ’50 era l’automobile – ha dichiarato il ministro -. Allora si intuiva che con l’automobile sarebbe cambiato il modo di vivere e la forma stessa delle nostre città. Ed è quello che avvenne: assieme all’auto sono arrivate la fabbrica, l’autostrada, il nuovo commercio. Una nuova economia partì da un elemento specifico. Quel ruolo oggi ce l’ha Internet, che non è un sistema di cavi e computer ma una cosa che cambia le nostre vite, le relazioni fra i cittadini, la Pubblica Amministrazione”.

Per giovedì prossimo è in programma “la prima riunione della cabina di regia istituita dal presidente Monti” sullo sviluppo delle rete Internet. “Per trasformare il Paese serve una azione democratica“, ha sottolineato Profumo. “Tutti devono essere coinvolti, anche se le tecnologie non sono ottimali. E quindi va azzerato subito il digital divide che riguarda sei italiani su cento“, ha spiegato il ministro della Pubblica Istruzione, aggiungendo che “vanno privilegiati gli spazi pubblici“.

I finanziamenti per lo sviluppo dell’economia di Internet dovrebbero arrivare dalla Cassa Depositi e Prestiti, mentre per i prossimi giorni è prevista l’uscita di un bando da 200 milioni di euro, sulle “comunità intelligenti” che riguarderà “otto regioni del Sud: ogni regione dovrà specializzarsi su un settore. A fine primavera toccherà al Centro-Nord. Se i prototipi funzionano, cambia il Paese“, ha annunciato il ministro.

“Nasceranno tante startup tecnologiche che, con un po’ di capitale di rischio che stiamo trovando, possono diventare imprese solide e formare nuovi distretti industriali”, ha proseguito Profumo, sottolineando la necessità di “una svolta culturale: il nostro ruolo è formare bravi cittadini del mondo che fra le altre cose siano capaci non di trovarsi un lavoro, ma di creare lavoro“.

Redazione

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