Rimborsi elettorali Margherita: una contabilità parallela per Lusi?

Il deputato del Pd Arturo Parisi

RIMBORSI ELETTORALI MARGHERITA – Si fa più intricata la vicenda dei rimborsi elettorali del’ex partito della Margherita-DL, sottratti per la cifra di 13 milioni di euro dall’ex tesoriere del partito Luigi Lusi. Dopo le dichiarazioni di sconcerto dell’ex leader della Margherita Francesco Rutelli e degli altri ex dirigenti del partito, che si sono chiamati fuori da qualunque responsabilità sulla vicenda, l’inchiesta si è allargata e potrebbero essere coinvolti anche altri esponenti della Margherita, oltre a Lusi.

Nei giorni scorsi è stato ascoltato dalla Procura di Roma Arturo Parisi, ex esponente della Margherita, che già aveva accusato “opacità” di bilancio, sollevando anche perplessità sulla votazione, lo scorso giugno, del comitato di tesoreria di “Democrazia e Libertà”, nel corso della quale era stato approvato il rendiconto 2010 e il preventivo per l’anno in corso. Questo, nonostante Lusi si fosse già appropriato del denaro proveniente dai rimborsi elettorali. “Luciano Neri espresse voto contrario”, all’approvazione del bilancio, ha detto Parisi, “come è possibile che il rendiconto risulti licenziato all’unanimità?”, si è chiesto l’esponente della Margherita, che scelse di non partecipare alla votazione sul bilancio.

Proprio per queste ragioni, i Pm che indagano sulla vicenda hanno chiesto alla Guardia di Finanza di sequestrare i bilanci della Margherita e l’intera documentazione finanziaria che va dal 2008 al 2011.

Gli sviluppi della vicenda sono stati messi in luce dal Corriere della Sera, che in un articolo uscito sabato scorso ha ricostruito, sulla base degli atti della procura di Roma, l’iter dell’approvazione del bilancio dell’ex partito: si parla del rendiconto 2010 preparato da Lusi e consegnato nei primi mesi del 2011 ai revisori dei conti, i quali con una relazione del 6 giugno scorso lo dichiarano attendibile. Dopodiché, il 10 giugno viene convocata l’assemblea del partito per l’approvazione finale del bilancio, che si svolge il 20 giugno. Mentre il 21 giugno c’è l’approvazione del comitato di tesoreria. I magistrati, spiega il Corriere, sono interessati sia all’esame della relazione dei revisori di conti, che di quella del comitato di tesoreria della Margherita-DL, sollevando il dubbio che Lusi possa aver creato una contabilità parallela, per nascondere ai controlli le finte consulenze che l’ex tesoriere affidava alla sua società, la TTT, sottraendo al partito fino a 13 milioni di euro. Il dubbio è infatti come il comitato di tesoreria possa aver approvato il bilancio, nonostante i buchi da svariati milioni di euro (denaro trasferito all’estero da Lusi, con 90 bonifici da 144mila euro e poi fatto rientrare in Italia con lo scudo fiscale). Quello che interessa la Procura di Roma è dunque accertare l’eventuale coinvolgimento di altri esponenti del partito nella sottrazione illecita di fondi.

All’epoca dell’approvazione del bilancio, Arturo Parisi sollevò dei dubbi sulla gestione finanziaria del partito e chiese chiarimenti al’ex tesoriere, sottolineando anche “l’incongruenza che un documento da sottoporre a un’assemblea di centinaia di persone, alla fine sia passato dopo l’esame di appena una quindicina di esponenti dell’ex partito”, scrive il Corriere della Sera riferendosi ai membri del comitato di tesoreria della Margherita. il Corriere riporta anche le parole di Parisi  relative ai dubbi che sollevò sul bilancio del suo partito: “Chiesi a Lusi di rendere conto di alcune uscite e lui mi disse che 4 milioni di euro li aveva spesi per sostenere Dario Franceschini alle primarie. Mi bastò poco per scoprire che non era vero e di fronte alla mancanza di trasparenza decisi di andarmene”.

Redazione

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