Siria: 400 i bambini uccisi. L’Italia e altri Paesi richiamano i propri ambasciatori a Damasco

SIRIA: STRAGE BAMBINI – Non si arrestano i massacri e le violenze in Siria, Paese arabo sconvolto da una vera e propria guerra civile da quasi un anno. A pagare il prezzo più alto sono i bambini verso i quali la repressione del regime del presidente Bashar al Assad non ha mostrato cenni di compassione. E alle denunce delle organizzazioni umanitarie e dell’Unicef di uccisioni, torture ed imprigionamenti arbitrari di tanti minori, ragazzi ma anche bambini di pochi anni, spesso resi oggetto di ritorsioni verso gli adulti, si aggiunge il drammatico bilancio delle piccole vittime, che si fa ogni giorno sempre più sconcertante. Sale a 400 il numero dei bambini uccisi in Siria dall’inizio delle violenze, il 15 marzo di un anno fa . Lo ha comunicato oggi la portavoce dell’Unicef, Marixie Mercado. Altrettanti sono i bambini arrestati. Appena pochi giorni fa l’Unicef aveva rinnovato al governo siriano il dovere di proteggere i bambini e salvaguardare i loro diritti.

Nel frattempo, la situazione in Siria si fa sempre più esplosiva, con bombardamenti e spari sulla città ribelle di Homs che hanno portato all’uccisione di altri civili. Oggi altre 23 persone hanno perso la vita nel Paese, stando agli aggiornamenti dei Comitati di coordinamento locale, che pubblicano su Internet la lista aggiornata delle vittime. I caduti di oggi hanno perso la vita a Homs, Idlib, Daraa e nei sobborghi di Damasco.

Dopo la chiusura di ieri dell’ambasciata statunitense a Damasco, oggi diversi Paesi, tra cui l’Italia, hanno richiamato i propri ambasciatori nella capitale siriana per consultazioni. L’Ambasciata italiana a Damasco, ha reso noto la Farnesina, rimarrà comunque aperta e operativa per garantire l’assistenza ai connazionali presenti in Siria. Tra gli altri Paesi che hanno richiamato i propri ambasciatori, ci sono Francia, Spagna, Olanda e Tunisia. Nei giorni scorsi, dopo il massacro dei civili a Homs, la Tunisia già aveva rotto le relazioni diplomatiche con la Siria, espellendone l’ambasciatore.

Oggi, l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza della Ue, Catherine Ashton, ha dichiarato che il presidente siriano Bashar al Assad “deve farsi da parte, non può uccidere la propria gente e restare“. “Abbiamo bisogno di vedere un processo di transizione che sia inclusivo di tutto il popolo, delle minoranze all’interno della Siria, come della maggioranza, per trovare una via verso una soluzione pacifica” della crisi, ha sottolineato Ashton.

Intanto, i Paesi arabi che fanno parte del Consiglio di cooperazione del Golfo hanno deciso di espellere gli ambasciatori siriani dalle proprie capitali. Gli stessi Paesi hanno anche richiamato in patria i propri ambasciatori a Damasco. Del Consiglio di cooperazione del Golfo fanno parte Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar.

Oggi, il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, in visita a Damasco, ha richiamato il presidente siriano Bashar al Assad alle sue responsabilità: “Ogni leader di un Paese deve essere consapevole delle proprie responsabilità. Lei è consapevole delle sue”, ha detto Lavrov rivolto ad Assad, stando a quanto hanno riportato le agenzie di stampa russe da Damasco. “È nel nostro interesse che i popoli arabi vivano in pace e in armonia”, ha aggiunto il Ministro degli Esteri russo, che ha quindi esortato il presidente siriano a fare “le riforme necessarie” per dare “risposta alle aspirazioni legittime dei popoli ad una vita migliore“. Al termine della sua visita nella capitale siriana, Lavrov ha riferito che Assad avrebbe assicurato alla Russia di voler mantenere fede all’impegno di fermare la violenza in corso in Siria, “indipendentemente da dove provenga”. Il presidente siriano avrebbe inoltre confermato il proprio assenso alla prosecuzione della missione della Lega araba in Siria e perfino all’aumento del numero degli osservatori. Inoltre, Assad avrebbe affermato di essere pronto al dialogo con tutte le forze politiche del Paese e sarebbe sul punto di annunciare i termini per il referendum sulla nuova costituzione.

Il segnale di Mosca è stato sentito dalla leadership siriana, ha dichiarato il Ministro degli Esteri russo, confermando “la disponibilità di Mosca di favorire in tutti i modi la soluzione della crisi siriana sulla base della posizione presentata nell’iniziativa della Lega Araba

Redazione

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