
LA POLITICA IN SVEZIA – I media svedesi lo definiscono senza mezze misure ‘Effetto-Sjöstedt”: è il grande balzo in avanti che il Partito della Sinistra Svedese ha fatto nell’ultimo mese, da quando cioè è stato nominato come nuovo leader appunto Jonas Sjöstedt. Un boom del genere non si vedeva da tempo, risultati così positivi mancavano dal 2004. Il partito è accreditato del 9,3% dei consensi: lontano dai fasti del 1998 (quando alle elezioni politiche stabilì il record della propria storia col 12%) ma lontano pure da quel 5,6% raccolto nel 2010.
Ma è davvero tutto merito di Sjöstedt? Ovviamente no. E al di là dei titoli roboanti anche i quotidiani svedesi lo sanno. Va infatti considerata anche la cornice in cui si muove oggi il partito. La sinistra in Svezia, un tempo dominata dai socialdemocratici, sta vivendo una fase di passaggio. Il partito laburista ha cambiato di nuovo leader (è stato eletto un sindacalista, Stefan Löfven) e quelli che un tempo erano formazioni politiche di seconda fascia fanno a gara per rubare voti ai laburisti. Lo stanno facendo i Verdi, arrampicatisi addirittura al 14%, e lo sta facendo il Partito della Sinistra: a tutto svantaggio del Partito socialdemocratico.
Jonas Sjöstedt ne è consapevole e non fa nulla per nascondere. “Non sono sorpreso da questi risultati: arrivano in un momento nel quale i laburisti non sono così competitivi: il punto è come fare per mantenerli”. Perché è probabile che anche i socialdemocratici a breve possano ritrovarsi a vivere una crescita: Löfven almeno nei primi tempi dovrebbe dare la scossa. È quella luna di miele che attraversano quasi sempre nuovi leader ed elettori.
Cosa succederà a quel punto? Probabilmente proseguirà la tendenza già registrata in questi mesi: i partiti della sinistra che si rubano voti a vicenda, senza riuscire a intaccare l’elettorato conservatore, ancora saldamente maggioranza secondo i sondaggi.
Antonio Scafati