CRISI GRECIA – Nel primo pomeriggio il portavoce del primo ministro greco Lucas Papademos ha annunciato che i leader dei tre principali partiti politici che sostengono il governo di coalizione hanno trovato un accordo sulle riforme economiche e le misure di austerità richieste dalla troika Ue-Bce-Fmi per la concessione del secondo pacchetto di aiuti alla Grecia da 130 miliardi di euro. Lo ha riferito il Wall Street Journal.
Il raggiungimento dell’accordo tra governo e partiti in Grecia è stato confermato poco dopo dal presidente della Bce Mario Draghi: “Ho ricevuto dal premier greco Papademos una chiamata che informava della notizia del raggiunto accordo”.
Sembra dunque scongiurato il rischio del default, che nelle ultime ore si era fatto drammaticamente concreto.
Tuttavia, il prezzo che la popolazione greca sta pagando per questa crisi è altissimo. Non si può ancora quantificare l’impatto che avranno sui greci le ulteriori misure di austerità richieste prevalentemente dall’Unione europea (negli ultimi giorni c’è stato uno scontro con il Fondo monetario internazionale che invece insisteva con misure per la crescita), comunque l’ulteriore ribasso dei salari minimi, il taglio di 15.000 dipendenti pubblici e altre riduzioni alla spesa pubblica, tra cui la sanità, non saranno di sicuro di aiuto ad una popolazione già gravemente provata. Oggi l’istituto di statistica ellenico, Elstat, ha comunicato gli ultimi dati sulla disoccupazione in Grecia che per la prima volta ha superato il milione di unità (1.029.587 di senza lavoro), su una popolazione di 11 milioni. A novembre 2011 la disoccupazione ha toccato il 20,9%, in crescita rispetto al 18,2% di ottobre. Tra i giovani sotto i 25 anni il tasso di disoccupazione è al 48%.
Redazione
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