GRECIA: SCIOPERO GENERALE – L’accordo tra partiti e governo greci sulle nuove misure lacrime e sangue imposte dalla troika Ue-Bce-Fmi, per ottenere il nuovo pacchetto di aiuti da 130 miliardi di euro, è stato raggiunto ieri pomeriggio ad Atene dopo una lunga trattativa. L’Eurogruppo, convocato ieri in via straordinaria a Bruxelles dal presidente Jean-Claude Juncker, non però è ancora soddisfatto e ha rimandato il via libera agli aiuti al 15 febbraio. “Nonostante tutti gli importanti progressi fatti negli ultimi giorni, non abbiamo ancora tutti gli elementi sul tavolo per prendere una decisione“, ha affermato Juancker in una conferenza stampa che si è tenuta nella notte. Per questo motivo, il presidente dell’Eurogruppo ha annunciato una nuova riunione dei Ministri dell’Economia e delle Finanze dei Paesi della zona Euro per mercoledì prossimo, in cui si accerterà se la Grecia ha rispettato le condizioni per ottenere il secondo pacchetto di aiuti Ue-Fmi da 130 miliardi.
Juncker e i ministri dell’Economia dell’Eurozona non si fidano della Grecia e delle sue promesse di misure economiche “fatte e ripetute e ripetute”, ma con “misure di attuazione” che si sono rivelate finora “troppo deboli”, ha sottolineato il presidente dell’Eurogurppo. Per ottenere i nuovi aiuti internazionali la Grecia dovrà rispettare tre condizioni: il Parlamento dovrà approvare le nuove misure entro questa domenica, il governo dovrà trovare i 325 milioni di euro ancora mancanti al nuovo piano di austerity da 3,2 miliardi e i leader dei partiti politici che appoggiano il governo di coalizione dovranno offrire “forti assicurazioni politiche” sulla volontà di attuare le riforme promesse. Solo a questo punto la Grecia potrà ricevere i finanziamenti necessari ad evitare un default che si fa sempre più pericolosamente vicino, il 20 marzo, infatti, scadranno 14,5 miliardi di euro di titoli greci, somma di cui il Paese non dispone.
Il Ministro greco delle Finanze Evangelos Venizelos ha dichiarato: “Fino al prossimo Eurogruppo, il nostro Paese, il nostro popolo dovranno pensare e fare una scelta strategica finale. “Abbiamo raggiunto un accordo con lo staff della troika Fmi, Ue e Bce per un piano nuovo, forte e credibile”, ha sottolineato Venizelos, annunciado anche il raggiungimento di “un accordo con i creditori privati per lo scambio di titoli di Stato. Abbiamo ora bisogno dell’appoggio politico dell’Eurogruppo per il passo finale”. L’Eurogruppo, dal canto suo, “ha preso nota” dell’accordo fra il governo greco e i creditori privati per il riscadenzamento dei titoli del debito greco da loro detenuti. I creditori privati accetteranno volontariamente una riduzione della metà (100 miliardi di euro, complessivamente) del valore dei titoli greci. Tuttavia, anche in questo caso , una decisione definitiva sarà presa “successivamente alla valutazione da parte della troika della messa in opera” degli impegni presi dal governo di Atene, ha fatto sapere Juncker.
Le scelte sulle nuove misure di austerità, comunque, sono state tutt’altro che facili: tra le misure imposte dalla troika alla Grecia, oltre a nuove liberalizzazioni, ci sono il licenziamento di 15.000 dipendenti pubblici, in un Paese già gravemente afflitto dalla disoccupazione, e la riduzione del 20% dei salari minimi, in un momento in cui sono state aumentate molte tasse ed è stata già fortemente ridotta la spesa sociale. Uno scenario da incubo quello che si prospetta per la popolazione greca, già fortemente provata, ben oltre le proverbiali “lacrime e sangue”.
A causa delle durissime nuove misure di austerità che colpiranno i lavoratori, si è dimesso viceministro del Lavoro, il socialista Yannis Koutsoukos. Nel frattempo, lo scontento dei greci non si è fatto attendere, da ieri in stato di agitazione per uno sciopero generale di 48 ore proclamato dai maggiori sindacati del Paese. Disperazione e rabbia sociale sono ormai all’ordine del giorno in Grecia.
Redazione
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