ISRAELE: I LAVORATORI SCIOPERANO PER I PRECARI – Da lunedì scorso in Israele è in atto uno sciopero in solidarietà dei lavoratori precari i quali stanno protestando contro l’attuale governo per tentare di ottenere garanzie e vedersi riconoscere diritti. L’astensione dal lavoro di molti impiegati con contratto a tempo indeterminato in favore dei precari, fondamentali in Israele così come ormai nel resto dei paesi occidentali per la varietà dei settori che ricoprono e per i servizi che portano avanti operando a basso costo, sta bloccando molte attività.
La forma di protesta scelta dalle organizzazioni sindacali che hanno indetto la mobilitazione è quella dello sciopero intermittente. I lavoratori si sono fermati nella giornata di lunedì, in quella di mercoledì e oggi solo per poche ore, continuando a esercitare le loro professioni nel resto della settimana. Ciò dovrebbe garantire una continuità della mobilitazione e stimolare l’esecutivo a prendere provvedimenti in materia.
Il ministero delle finanze, presidiato da Yuval Steinitz, si sta occupando della questione portando avanti incontri con i dirigenti delle sigle sindacali, in particolare con Ofer Eini dell’Histadrut, il principale sindacato israeliano. Per il momento nessun tipo di accordo è stato raggiunto e prevale lo scontro tra le due parti. Da un lato il governo israeliano sembra poco disposto a concessioni ed ha richiesto compromessi inaccettabili per le associazioni dei lavoratori proponendo la stipula di un documento che prevedeva un impegno da parte dei precari ad evitare qualsiasi tipo di mobilitazione o astensione dal lavoro per il prossimo quadriennio. Dall’altro l’Histadrut richiede l’attivazione di un programma che permetta l’assimilazione degli impiegati precari all’interno della sfera del lavoro garantito.
Ciò che colpisce, in questa manifestazione di interesse che il sistema sindacale israeliano ha dimostrato nei confronti della condizione precaria, e la completa estromissione dei precari stessi dai meccanismi della protesta. I lavoratori con contratti atipici e a tempo determinato non sono infatti salvaguardati in alcun modo e correrebbero il rischio di essere licenziati in massa se esercitassero quello che si pensava essere una delle maggiori conquiste delle lotte per il lavoro in Occidente: il diritto allo sciopero.
Nicoletta Mandolini