
ANNIVERSARIO MANI PULITE – Oggi a Milano, al teatro Elfo Puccini, si è tenuta una manifestazione per ricordare l’inchiesta di “Mani pulite” che partì venti anni fa proprio dal capoluogo lombardo, culminando nell’arresto, il 17 febbraio del 1992, dell’allora presidente del Pio Albergo Trivulzio Mario Chiesa, e che di lì a poco travolse il mondo politico italiano, scoperchiando un vastissimo giro di corruzione. La città di Milano, fino ad allora ritenuta la capitale morale d’Italia, fu ribattezzata tangentopoli.
A condurre l’inchiesta che portò all’arresto di Mario Chiesa era Antonio Di Pietro, all’epoca sostituto procuratore a Milano, poi passato alla politica. E alla manifestazione di oggi non poteva mancare Di Pietro, accolto dai calorosi applausi della folla che ha riempito il teatro Elfo Puccini, facendo registrare il tutto esaurito.
Il leader dell’Italia dei Valori, insieme al sindaco di Milano Giuliano Pisapia e all’assessore al bilancio della città Bruno Tabacci, ha ricordato quegli anni di indagini giudiziarie e scandali politici: “Io ho fatto il mio dovere”, ha rivendicato Di Pietro, “come muratore facevo muri dritti, da metalmeccanico coltelli e forchette dritte e come Pm scoprivo reati”.
Il bilancio sulla situazione italiana a vent’anni da “Mani pulite” è decisamente negativo, perché secondo l’ex Pm “la situazione è peggiorata”: “Venti anni fa avevamo un Paese malato di tumore grave, la corruzione politica ambientale, – ha spiegato Di Pietro. “Oggi siamo alla metastasi“, ha aggiunto, “perché oggi è più’ difficile scoprire i reati, perché si sono introdotte una serie di norme per non farli scoprire, non sono più’ reati: si dice che il tumore è un foruncolone“.
Antonio Di Pietro si è poi commosso nel ricordare le ostilità, le querele e i procedimenti penali che ha dovuto subire come conseguenza delle inchieste da lui condotte contro la corruzione in politica e i reati nella pubblica amministrazione.
Redazione
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