Sindacati e politici contro Marcegaglia dopo le parole su “ladri e fannulloni”

La leader della Cgil Susanna Camusso

MARCEGAGLIA: LADRI E FANNULONILe parole della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia contro l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, che tutelerebbe i ladri e in fannulloni, così come farebbero di conseguenza i sindacati che quell’articolo difendono, ha scatenato un putiferio di reazioni di sdegno. La prima risposta è quella della Cgil che con un intervento su twitter ha dichiarato: “Dire, come fa Marcegaglia, di volere un sindacato che non protegge assenteisti cronici, ladri e chi non fa il proprio lavoro è davvero troppo“; si tratta di “affermazioni non vere che offendono il ruolo del sindacato confederale. Le smentisca“. Il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, ha detto: “Si possono avere e sostenere tesi e idee diverse, anche in modo forte, ma così si dicono cose non vere che offendono e mettono in discussione il ruolo del sindacato confederale italiano. La presidente di Confindustria deve smentire queste affermazioni”, ha aggiunto.

Sulla questione è intervenuto anche il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni: “La Marcegaglia farebbe bene a precisare di quale sindacato parla”, ha dichiarato Bonanni. “La mia organizzazione – ha aggiunto – si è sempre presa le proprie responsabilità di fronte alle scompostezze degli imprenditori, e pure di alcune realtà sindacali“. “Occorre abbassare i toni e lavorare tutti per un accordo per il bene del Paese”, ha quindi proseguito Bonanni. “Non credo che il Presidente di Confindustria volesse riferirsi alla Cisl”, ha spiegato, “noi non abbiamo mai difeso né i fannulloni, i ladri o gli assenteisti cronici. Noi abbiamo sempre tutelato i lavoratori onesti che fanno il proprio dovere e che pretendono lo stesso rispetto dai loro datori di lavoro”.

Sulla vicenda è intervenuto anche il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro: “Quanto detto dalla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, secondo la quale i sindacati coprirebbero i ladri, è grave, ingiusto e offensivo”, ha dichiarato Di Pietro. “Dopo vent’anni da Mani pulite – ha proseguito il leader dell’Idv – si scopre che la colpa di quanto accaduto è dei lavoratori che, secondo lei, sarebbero ladri e non degli imprenditori che hanno falsificato gare e appalti. Quegli stessi imprenditori che hanno rotto l’equilibrio previsto nel principio della libera concorrenza, non hanno pagato le tasse, hanno nascosto i soldi all’estero, facendoli poi rientrare attraverso lo scudo fiscale. Marcegaglia commette un gravissimo errore – ha detto Di Pietro -, se vuole cercare i ladri cominci a guardare in casa sua, cioè ai molti imprenditori che fanno parte di Confindustria e che hanno avuto ruoli importanti nella realizzazione di quella tangentopoli scoperta con Mani pulite“.

Profondo sdegno è stato manifestato anche dal segretario nazionale del Pdci-Fds, Oliviero Diliberto: “Le parole della Marcegaglia sono di una violenza inaudita e trasudano un fortissimo odio di classe“, ha detto, sottolineando che “sono gravi doppiamente perché pronunciate durante la trattativa tra governo e parti sociali sulla riforma del lavoro. Temo siano parole di chi sente le spalle coperte da un governo che vuole fare una riforma a senso unico- ha aggiunto -, colpendo duramente le tutele del mondo del lavoro, a partire dall’articolo 18″.

Nel tardo pomeriggio è arrivata anche la reazione del segretario generale della Cgil Susanna Camusso, che ha dichiarato di trovare “offensiva” la presidente di Confindustria. Camusso ha ripetuto che ritenere che “l’articolo 18 sia un ostacolo a licenziare significa dire che si vuole una logica per cui se hai gli occhi azzurri, tu puoi essere licenziato: si chiama discriminazione“. “Noi diciamo di no” all’abolizione dell’art. 18, ha spiegato Camusso, “non perché difendiamo i privilegi di qualcuno contro altri, ma per l’idea che quando sei un lavoratore hai dei diritti e dei doveri e se hai solo dei doveri non sei una persona libera“. “Sembrano banalità ma non lo sono, quando in una grande impresa non si viene più assunti se hai in tasca la tessera Fiom-Cgil”, ha concluso la leader della Cgil.

Redazione

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