Napolitano in Sardegna riconosce la drammaticità della situazione dell’isola

Giorgio Napolitano

NAPOLITANO IN SARDEGNA – Si è conclusa ieri la due giorni del Presidente della Repubblica Napolitano in Sardegna. Una visita caratterizzata da alcune contestazioni che hanno reso ancor più evidente la drammaticità della crisi nell’isola. A contestare, anche animatamente il Presidente, soprattutto i pastori sardi e le partite Iva. In più occasioni, nel corso della sua visita, Napolitano ha fatto cenno alle contestazioni rivoltegli: già lunedì a Cagliari, il Capo dello Stato aveva sottolineato di non rappresentare “le banche ed il grande capitale finanziario, come qualcuno umoristicamente crede e grida”, ieri rivolto ai manifestanti ha detto che non serve contestare con “formule ideologiche”.

Il Presidente della Repubblica ha tuttavia toccato con mano il disagio di una popolazione, ma invece di protestare, ha sottolineato, occorre pensare “su basi serie a nuovi progetti di sviluppo per la Sardegna“. nell’isola c’è infatti “una situazione per vari aspetti drammatica”, con “un tessuto produttivo, occupazionale che è venuto logorandosi e che rischia di disfarsi”, ha riconosciuto Napolitano. Una situazione, ha spiegato, che si è formata nei “decenni trascorsi”, anche a causa di “ritardi e inadempienze da parte dello Stato”, ma che si è aggravata con la crisi globale.

Il capo dello Stato ha aggiunto ancora: “sono stato colpito dalla consapevolezza dei rappresentanti dei lavoratori delle aziende in crisi: sono preoccupati ma non contestano con grida più o meno futili“.

Napolitano ha quindi parlato della necessità di ripristinare il legame tra “formazione e lavoro”. Il futuro dei giovani è la vera “spina nel fianco” dell’Italia: un paese che non pensa a loro è un paese “condannato”, ha concluso.

Redazione

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