
CAMERA FIDUCIA MILLEPROROGHE – Ieri il governo aveva posto ancora la fiducia alla Camera per il nuovo voto sul decreto Milleproroghe, già approvato in Senato lo scorso 15 febbraio, con 225 voti a favore, 34 contrari e nessun astenuto. Oggi il decreto è tornato alla Camera in terza lettura (per le modifiche apportate in Senato, dopo il voto di fiducia che si era già tenuto alla Camera il 31 gennaio scorso) ed è stato approvato dall’Aula di Montecitorio con 477 sì, 75 no e 7 astenuti.
Nella voto di fiducia di oggi il governo Monti ha ottenuto 57 voti in più rispetto al voto di fiducia del 9 febbraio, quando la Camera approvò il “decreto svuota carceri”, con 420 voti. Molte assenze si sono registrate oggi tra i deputati del Pdl: in 30 non hanno votato. I deputati del Pd che non hanno votato sono invece 11. Tra i voti contrari, quello di Alessandra Mussolini, del Pdl.
Dopo il voto di fiducia, nel corso dell’esame degli ordini del giorno, il Governo è stato battuto due volte, prima su un emedamento del Pd e poi su uno della Lega. La Camera ha infatti votato, con 257 sì contro 213 no e sei astenuti, un ordine del giorno al decreto milleproroghe, presentato da Antonino Russo del Pd, su cui il Governo aveva espresso parere contrario. Il testo approvato dall’Aula di Montecitorio prevede l’inserimento dei docenti abilitati tra il 2008 e il 2011 in fascia aggiuntiva alle graduatorie in esaurimento entro l’anno scolastico 2012-2013. Hanno votato a favore Pd, Lega e Idv, contro Pdl, Fli e Udc. Riguardo invece all’ordine del giorno presentato dalla Lega, il testo impegna il Governo a stilare un elenco degli apparecchi su cui si debba pagare il canone Rai, indicando anche la tipologia dei soggetti tenuti al pagamento (dopo le polemiche scoppiate nei giorni scorsi per l’obbligo del canone anche per i pc). Anche in questo caso il Governo, che aveva espresso parere contrario, è stato battuto: 303 sono stati i voti a favore dell’ordine del giorno, 165 quelli contrari e 10 gli astenuti. Solo il Pd ha votato conformemente al parere del Governo.
Redazione
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