
RIMBORSI ELETTORALI MARGHERITA – Si allarga lo scandalo dei rimborsi elettorali dell’ex partito della Margherita-DL, che vede coinvolto l’ex tesoriere Luigi Lusi. La vicenda giudiziaria era venuta allo scoperto un mese fa, quando Lusi è stato formalmente indagato dalla Procura di Roma per l’appropriazione indebita di 13 milioni di euro di fondi della Margherita. L’ex tesoriere della Margherita e senatore del Partito democratico, è stato nel frattempo espulso dal Pd, mentre la magistratura ha disposto il sequestro delle quote delle sue società TTT e Paradiso Immobiliare, in cui sarebbe stato versato il denaro sottratto.
Ora, la somma sottratta da Lusi alla Margherita ammonterebbe, secondo i Pm romani, a 18-20 milioni di euro. Ieri la Guardia di Finanza ha eseguito, su disposizione della magistratura, il sequestro preventivo di cinque appartamenti dell’ex tesoriere a Capistrello, in provincia dell’Aquila, e di una villa (Villa Elena) ad Ariccia, di cui risulta usufruttuaria Micol D’Andrea, moglie del nipote di Lusi. Sono stati sequestrati anche due milioni di euro depositati presso Allianz Bank.
Sono finiti sotto inchiesta anche la moglie di Luigi Lusi, Giovanna Petricone, il cognato Francesco Giuseppe, e la nipote acquisita Micol D’Andrea. I reati loro contestati, a vario titolo, dalla Procura di Roma sono quelli di ricettazione, riciclaggio ed intestazione fittizia di beni. Secondo i Pm romani i parenti di Lusi non potevano non sapere che il danaro e gli immobili acquisiti da Lusi erano di provenienza illecita. “In cinque anni Lusi, in linea con gli anni precedenti, ha denunciato un totale di circa due milioni di euro, mentre sottraeva alla Margherita altri 18-20”, hanno scritto nel decreto di sequestro i magistrati. Pertanto, hanno spiegato, “la sostanziale decuplicazione dei redditi, per di più non associata a rilevanti mutamenti nella sua attività economico-professionale, non poteva certo sfuggire ai componenti della cerchia di familiari”.
Le somme di denaro, sottratte alla Margherita, potrebbero aumentare ancora. Sono infatti in corso ulteriori accertamenti su “una serie di bonifici sospetti” e su altri 3,5 milioni di euro di assegni in bianco staccati da Lusi e provenienti dal conto intestato alla Margherita presso la filiale Bnl di Palazzo Madama.
Ieri sera, l’ex tesoriere Luigi Lusi è intervenuto alla trasmissione di Michele Santoro, “Servizio pubblico”, chiamando in causa gli ex colleghi di partito: “Questa partita è molto più grande – ha accusato -, questa partita fa saltare il centrosinistra. Tutti sapevano tutto. O, meglio, chi lo doveva sapere lo sapeva”, ha attaccato Lusi. “Ho gestito 214 milioni di euro del partito – ha spiegato l’ex tesoriere – e ne ho lasciati 20 in cassa. Facciamo finta che ne abbia presi 7, poi ho pagato 6 milioni di tasse e arriviamo a questi famosi 13 milioni. Ne rimangono altri 181. Dove sono finiti?”. Lusi ha anche attaccato l’ex leader della Margherita Francesco Rutelli, che aveva preso le distanze dall’ex tesoriere: “Se ho finanziato Rutelli da quando è andato all’Api? La cosa incredibile è che se tu hai raccolto 100 lire per strada e te le tieni in tasca, poi ti metti pure a dire che è giusto restituire i soldi che trovi per terra e che non sono tuoi. Stai zitto, no? E invece lui parla”. Quindi Lusi ha aggiunto: “Ho mantenuto la cassa (della Margherita, ndr) perché me l’hanno fatta mantenere, perché eseguivo ciò che mi veniva detto di fare“.
Alle affermazioni di Lusi ha risposto l’avvocato della Margherita Titta Madia: “Siamo stati proprio noi a sollecitare ai pm i provvedimenti di sequestro con il deposito, il 7 marzo, di una nota in cui abbiamo sostenuto che Lusi, attraverso il quotidiano “Libero”, abbia mandato messaggi apparentemente intimidatori – ha spiegato l’avvocato -. Ma noi non abbiamo nulla da temere. Con le sue parole Lusi non fa che aggravare la sua posizione”.
Redazione
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