Riforma del Lavoro: il Consiglio dei Ministri vara il disegno di legge

CDM SU RIFORMA LAVORO – Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi, “salvo intese”, il testo dell’attesa riforma del lavoro, adottando la forma legislativa del disegno di legge.

Nelle intenzioni del governo Monti c’è la volontà di creare un mercato del lavoro più dinamico flessibile e inclusivo, capace cioè di contribuire alla crescita e alla creazione di occupazione di qualità, di stimolare lo sviluppo e la competitività delle imprese, oltre che di tutelare l’occupazione e l’occupabilità dei cittadini, fa sapere una nota di Palazzo Chigi.

Nel testo del provvedimento è prevista l’introduzione del rito abbreviato per i licenziamenti. Viene mantenuta la modifica, voluta dal governo, all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, pertanto, in caso di licenziamenti per motivi economici “il datore di lavoro può essere condannato solo al pagamento di un’indennità” e non al reintegro del lavoratore. “Il diritto alla reintegrazione nel posto del lavoro” deve essere disposto dal giudice solo “nel caso di licenziamenti discriminatori o in alcuni casi di infondatezza del licenziamento disciplinare”. Il governo, comunque, precisa che “particolare attenzione è riservata all’intento di evitare abusi”.

Nel provvedimento vengono poi previste le “quote rosa” nelle società controllate da pubbliche amministrazioni, per potenziare l'”accesso delle donne alle posizioni di vertice”. A tutela delle donne viene poi introdotta anche la misura che blocca la pratica illecita e discriminatoria delle dimissioni in bianco, di solito fatte firmare alle lavoratrici all’atto dell’assunzione, in modo che il datore di lavoro le possa comodamente licenziare qualora rimanessero incinte (una pratica illecita, in quanto il licenziamento delle donne in caso gravidanza è nullo per la legge).

Nel disegno di legge sono previsti “elementi di premialità” per le imprese che instaurano “rapporti di lavoro più stabili”, spiega una nota del Consiglio dei Ministri. Si “favorirà” anche “il contrasto più incisivo agli usi elusivi degli obblighi contributivi e fiscali degli istituti contrattuali“.

La riforma del lavoro “renderà più efficiente, coerente ed equo l’assetto degli ammortizzatori sociali e delle relative politiche attive”, sottolinea il Consiglio dei Ministri.

Redazione

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