
SIRIA: CESSATE IL FUOCO – L’atteso cessate il fuoco, richiesto dal piano di pace di Kofi Annan, inviato di Onu e Lega Araba, è entrato in vigore in Siria questa mattina alle 6 ora locale (le 5 in Italia). L’esercito governativo del presidente Bashar al Assad e le milizie ribelli hanno posto fine, almeno per ora, alle ostilità. Damasco aveva accettato di dare attuazione al piano di pace proposto da Annan entro il 10 aprile e di cessare i combattimenti entro le 48 ore successive. Così è stato, stando all’annuncio dal governo siriano di aver posto fine alle operazioni militari. Damasco ha tuttavia precisato che risponderà ad eventuali attacchi terroristici.
In base al piano di pace, le truppe di Assad avrebbero dovuto ritirarsi dalle città della Siria già dal 10 aprile, ma i combattimenti sono continuati e ieri altri 25 civili sono stati uccisi.
L’osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito che poco dopo il cessate il fuoco si sono verificate delle esplosioni nella città di Zabadani, vicino al confine con il Libano, di cui però non si conoscono le cause. Un abitante della città ha riferito di bombardamenti nella notte, che tuttavia si sono fermati con il cessate il fuoco. Nelle città di Homs, Hama e Damasco per ora la situazione è calma. Comunque le truppe del presidente Assad non si sono ritirate e rimangono a presidiare il territorio siriano.
Da quando è iniziata la ribellione contro il regime di Bashar Al Assad, sono morte in Siria oltre 10.000 persone, in maggioranza civili, 1.000 hanno perso la vita solo la settimana scorsa.
Redazione
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