Pakistan, anniversario morte Bin Laden: massima allerta nel Paese

Militari in Pakistan

PAKISTAN MORTE BIN LADEN – Oggi è l’anniversario della morte di Bin Laden. Per l’occasione l’ambasciata americana ha emesso un’ordinanza che vieta ai propri funzionari di frequentare mercati o ristoranti di Islamabad. La regola vale anche per tutti gli statunitensi che si trovano in Pakistan per vacanza o lavoro. La motivazione che ha spinto il governo a una tale misura sono state le recenti minacce di attentato a Islamabad anche se il ministero degli Interni del Paese ha smentito l’arrivo di tale minaccia.

E’ trascorso quasi un anno dalla morte di Osama Bin Laden, principale uomo dell’organizzazione terroristica internazionale al-Quaeda responsabile, tra gli altri attacchi, della strage delle Twin Towers del 2001, ucciso il 2 maggio  del 2011 nei pressi di Abbottabad dai soldati americani. Bin Laden ha lasciato un vasto nucleo familiare, dato che le leggi poligamiche dell’Islam gli avevano permesso di avere varie mogli. Proprio le tre vedove di Osama Bin Laden hanno dovuto lasciare il Pakistan circa una settimana fa, in seguito ad espulsione.

Anche il Paese ha emesso lo stato di massima allerta, in quanto la paura che inneggia è quella che i seguaci del numero uno del gruppo terroristico possa svolgere azioni terroristiche. Infatti l’anniversario del raid dei Navy Seal nel nascondiglio di Abbottabad è stato uno degli eventi più umilianti nella storia del Paese; la reputazione, già controversa, del Pakistan è stata ulteriormente devastata e ora si tenta di ricucire le relazioni con gli Stati Uniti.

Inoltre il Pakistan è ancora oggi accusato di proteggere alcuni tra i soggetti più ricercati da Washington come ad esempio Ayman al-Zawahiri, successore di Bin Laden, o il capo dei talebani afgano, il Mullah Omar.

Intanto le tre vedove del numero uno di al Qaeda hanno dovuto lasciare il Pakistan circa una settimana fa, in seguito ad espulsione. Le ragioni dell’arresto e della conseguente espulsione sono da riferire alle modalità con cui le donne, assieme alle loro, anch’esse incarcerate, sono riuscite a varcare i confini del Paese. Già dai primi giorni d’aprile, poco dopo l’inizio della detenzione, il giudice incaricato, Shahrukh Arjumand, aveva stabilito che quando sarebbero state scarcerate le tre sarebbero state cacciate dal Pakistan.

Luca Bagaglini

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