
EGITTO: MANDATO PER MORSI – E’ avvenuto poco fa l’insediamento con rito di giuramento di Mohamed Morsi, nuovo primo ministro egiziano eletto tra le fila dei Fratelli Musulmani durante le elezioni presidenziali di metà giugno. La promessa di Morsi si è svolta al cospetto della Corte Costituzionale e non, come di consueto all’interno del Parlamento, al momento sciolto per ordine della Corte Suprema e in attesa di una nuova ricomposizione.
Il nuovo capo di governo si è espresso pronunciando la formula che nella giornata di ieri aveva enunciato alla folla festante di piazza Tahrir: “Giuro nel nome di Dio che proteggero’ la Repubblica, rispettero’ la Costituzione e la legge, proteggero’ gli interessi del popolo, manterro’ l’indipendenza della patria”.
Mohamed Morsi è il primo presidente liberamente eletto dal popolo nella storia post-rivoluzionaria dell’Egitto. Dopo la destituzione del rais Hosni Mubarak, avvenuta con le rivolte della Primavera Araba, il governo era stato assunto temporaneamente da una giunta militare in attesa che si compisse il complesso processo di rinnovamento politico che doveva interessare il Paese liberato dalla dittatura.
A Il Cairo però, la situazione continua ad essere instabile e Morsi, seppur designato poresidente, dovrà fare i conti con molte problematiche legate alla spartizione del potere. Il suo mandato inizia infatti senza che sia attiva un’assemblea parlamentare e senza che il Paese abbia una Carta costituzionale definitiva. Inoltre, in molti sospettano che il Consiglio supremo delle forze armate presieduto dal maresciallo Tentawi non lascerà che Morsi guidi in autonomia il governo e l’Egitto.
Redazione online