Naufragio Costa Concordia, Francesco Schettino: “Non avevo io il comando… Impossibile risalire sulla nave”

Il comandante Francesco Schettino

 

 

NAUFRAGIO COSTA CONCORDIA – In un’intervista al programma televisivo di Canale 5 ‘Quinta Colonna’, il comandante Francesco Schettino, ormai in libertà con semplice obbligo di firma, ha ricostruito la notte del 13 gennaio, quando la Costa Concordia finì sullo scoglio de Le Scole, al largo dell’Isola del Giglio: 32 le vittime. In un batter d’occhio sul web sono scoppiate le polemiche per l’intervista al comandante di origine campane, sia per il ocntenuto dell’intervista sia per il lauto compenso economico che gli sarebbe stato offerto. Gli internauti parlano di 50 o 57 mila euro, ma i responsabili della trasmissione smentiscono categoricamente.

Più che un racconto il comandante Schettino ha cercato di difendersi dalle accuse piovutegli addosso e per cui dovrà subire un processo. “Ho ordinato la navigazione manuale e non avevo io il comando, la direzione della navigazione era dell’ufficiale” e la sua unica colpa, a suo dire, è di essersi distratto. Nulla più. Anche il ritardo nell’ordinare l’abbandono della nave sarebbe stato provvidenziale: “La nave stava andando a scarrocciare verso terra, quindi sarebbe stato un’imprudenza farla fermare. Se si ribaltava lì non so quante vittime ci sarebbero state”. Pur chiedendo scusa a tutti i passeggeri si ritiene lui stesso “vittima di tutto questo sistema”.

Per quanto concerne il capitolo Domnica Cermotan ha chiarito che quella sera “è stata a cena con me”, ma “è stata assieme anche al capo commissario, perchè, alla fine, ci sono delle persone con cui vale la pena farsi due risate, nient’altro”. Sull’ufficiale della Guardia costiera Gregorio De Falco, che più volte gli gridò “salga a bordo!” ha commentato: “Io da comandante non ho mai dato un ordine che non possa essere eseguito – ha detto Schettino – cioè lui ha richiamato un dovere senza capire che non poteva essere fatto”. Secondo la sua versione non vide persone annegare e non tornò sulla nave perchè “dovevo fare 300 metri a nuoto, cioè buttarmi in acqua, fare il giro della prora, vedere la biscaggina, col cellulare da preservare, perchè nel frattempo dovevo parlare con l’unità di crisi, facevo una cosa molto più seria”. Ma a quanto pare le parole di Schettino non sembrano aver convinto l’opinione pubblica…

 

Redazione

 

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