
MALDIVE: NASHEED NON SI ARRENDE– Non trova pace l’arcipelago delle Maldive, dove lo scorso inverno, esattamente a inizio febbraio, un colpo di stato aveva destituito il presidente in carica Mohamed Nasheed. Da quel momento sembra che le proteste non si siano placate e, seppur a intermittenza, i sostenitori dell’ex capo di Stato sono scesi in piazza per reclamare il ripristino delle attività democratiche e della politica di partecipazione. Nel corso degli ultimi due giorni la questione è nuovamente divenuta preminente, tanto da tornare ad avere risonanza internazionale. La causa scatenante è stato il verdetto di una commissione chiamata ad esprimersi sulla legalità e la costituzionalità dell’atto di destituzione di Nasheed. I membri del gruppo giudicante hanno espresso il loro parere e hanno fatto sapere che, secondo loro, quello con cui Nasheed è stato allontanato dal proprio incarico governativo non è stato un golpe, ma un atto politico compiuto nel rispetto della carta costituzionale del Paese.
Il giudizio della commissione cozza però con quanto riferito dallo stesso ex presidente, il quale più volte ha denunciato di essere stato indotto con la forza a presentare le proprie dimissioni e che un gruppo di militari era stato appositamente chiamato in causa per convincere con le buone o con le cattive Nasheed ad abdicare.
Al momento dell’emissione della sentenza, la situazione si è fatta critica nel Paese e si sono svolte alcune manifestazioni di piazza per appoggiare il presidente dimissionario. La polizia ha reagito bloccando i contestatori, i quali avevano occupato una strada della città capitale delle Maldive, Male. Dodici arresti sono stati praticati dalle forze dell’ordine solo nella giornata di oggi. Per quella di ieri il conto è ancora più pesante, dato che ben 50 persone, scese in piazza per la stessa ragione, erano state messe in manette.
Redazione online