
CORTE DEI CONTI SU RIGORE E TASSE – Un duro monito è arrivato al governo tecnico di Mario Monti dalla Corte dei Conti. Nel corso di un’audizione alla Camera dei Deputati sul Documento di economia e finanza (Def), il presidente della Corte, Luigi Giampaolino, ha dichiarato che “a somministrazione di dosi crescenti di austerità e rigore al singolo paese, in assenza di una rete protettiva di coordinamento e solidarietà, e soprattutto se incentrata sull’aumento del prelievo fiscale, si rivela alla prova dei fatti una terapia molto costosa e in parte inefficace. E che neppure offre certezze circa il definitivo allentamento delle tensioni finanziarie“.
L’economia reale, ha ammonito Giampaolino, non riesce più a sostenere il peso delle manovre correttive approvate per risanare i conti pubblici. Si è in presenza di un vero e proprio avvitamento, come peraltro aveva già avvertito la Corte dei Conti. “Si è di fronte a evoluzioni contraddittorie -ha precisato il presidente Giampaolino -: si realizzano risultati importanti nel controllo della finanza pubblica, ma i mercati li riconoscono solo in parte; si continuano a inasprire le manovre correttive, ma l’economia reale non riesce più a sopportarne il peso”.
Al presidente della Corte dei Conti ha risposto il Ministro dell’Economia Vittorio Grilli: “C’è una compatibilità tra rigore e crescita”, ha sottolineato Girlli. “La crescita senza rigore è come costruire una casa sulla sabbia”.
Redazione
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