PAGAMENTI PA – I tempi di pagamento della Pubblica amministrazione italiana sono tra i più lunghi in Europa, con i crediti che vengono saldati in media entro sei mesi, con punte maggiori a seconda delle zone del Paese. Basti pensare che in certe Regioni i ritardi per la sanità arrivano anche oltre i tre anni. Ma pure tra le stesse imprese i tempi non sono sempre rapidi. Ecco perché lo schema di decreto legislativo approvato dal Cdm lo scorso 31 ottobre che recepisce la direttiva Ue sui tempi di pagamento e fissa il limite a 30 giorni può rappresentare una vera e propria rivoluzione sia per i rapporti tra imprese e Pa e tra le stesse imprese.
Il Governo ha voluto provvedere ad una sua attuazione anticipata dal 1° gennaio 2013 in considerazione della importanza della normativa nonché dell’opportunità peculiare di garantire, in questo momento, le imprese e più specificatamente le piccole e medie imprese. L’Italia si dota in anticipo sui tempi europei di una più rigorosa disciplina per contrastare i ritardi di pagamento, in particolare per quanto riguarda le Pubbliche Amministrazioni. Sono così assicurati termini certi di pagamento: di norma trenta giorni, che non possono comunque superare i sessanta, consentiti solo in casi eccezionali. E quest’ultimo timing vale soprattutto per le strutture sanitarie. Il decreto prevede, inoltre, una maggiorazione del tasso degli interessi legali moratori, che passa dal 7% all’8% in più rispetto al tasso fissato dalla BCE per le operazioni di rifinanziamento.
Redazione
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