FECONDAZIONE ASSISTITA DIAGNOSI PRE-IMPIANTO – Il Tribunale di Cagliari ha riconosciuto il diritto alla diagnosi preimpianto dell’embrione ad una coppia affetta da talassemia che ha deciso di far ricorso alla fecondazione assistita. La decisione è stata presa ieri e si tratta della prima in questo senso da parte di un tribunale italiano dopo l’entrata in vigore della legge 40 del 2004, che regolamenta la procreazione medicalmente assistita.
La coppia, formata da una donna malata di talassemia major e un uomo portatore sano della stessa malattia, è stata autorizzata dal giudice ad ottenere dall’Ospedale Microcitemico di Cagliari il test sulla presenza o meno della talassemia nell’embrione ottenuto con le tecniche di fecondazione assistita.
Con questa decisione, il Tribunale di Cagliari stabilisce che i centri pubblici italiani specializzati in Procreazione medicalmente assistita (Pma) sono tenuti a fornire la diagnosi preimpianto alle coppie che la richiedono perché affette da malattie genetiche.
Il Tribunale di Cagliari, di fatto, ha applicato la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, che lo scorso agosto aveva accolto il ricorso presentato da una coppia italiana contro la legge 40 proprio sulla diagnosi preimpianto. La Corte di Strasburgo aveva bocciato il divieto per la coppia italiana, fertile ma portatrice sana di fibrosi cistica, di accedere alla diagnosi preimpianto degli embrioni, mettendo così in crisi la già controversa legge italiana sulla fecondazione assistita. La Corte aveva allora rilevato l’”incoerenza del sistema legislativo italiano” che “da una parte priva i richiedenti dell’accesso alla diagnosi genetica pre impianto” e “d’altra parte li autorizza a una interruzione di gravidanza se il feto risulta afflitto da quella stessa patologia”.
Una decisione che aveva suscitato polemiche e l’intenzione del Ministero della Salute di fare ricorso. Anche la decisione di ieri del Tribunale di Cagliari è stata accolta da pareri discordanti. Si tratta comunque di un ulteriore colpo ad una legge già di per sé traballante e piena di contraddizioni.
Redazione
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