
Importante seduta del Consiglio dei Ministri ieri sera, al termine della quale il governo ha stabilito che le prossime elezioni regionali in Lombardia e Molise si svolgeranno insieme alle politiche, “nell’ottica del necessario contenimento della spesa e del rispetto del principio dell’election day”. Il Cdm “ha auspicato altresì che, con riguardo alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale del Lazio, in considerazione delle suddette esigenze di finanza pubblica, riconsideri la data per il rinnovo degli organi di governo della Regione convocando le relative elezioni nella medesima data che sarà fissata per le elezioni politiche”
Il governo ha anche ridotto della metà le firme necessarie per la presentazione delle liste elettorali e dei candidati, come richiesto dal Presidente della Repubblica Napolitano. Nei giorni scorsi molte forze politiche non presenti in Parlamento (su tutte il Movimento 5 Stelle) avevano protestato per l’alto numero di firme (120.000) necessario per la presentazione delle liste elettorali, che a causa delle fine accelerata della legislatura si sarebbero dovute raccogliere in pochissimo tempo e sotto le festività natalizie, così il presidente Napolitano aveva scritto giovedì scorso al premier Monti sollecitando il governo ad adottare con uregnza “disposizioni necessarie per un rapido espletamento degli adempimenti di competenza degli uffici amministrativi e al fine di agevolare le forze politiche nella raccolta delle firme per il deposito dei simboli e delle candidature”. Invito che il Consiglio dei Ministri ha accolto. La riduzione delle firme per le liste è fino al 60% per i partiti costituiti in gruppo parlamentare almeno in una delle due Camere; mentre è confermato l’esonero dalla raccolta delle firme per i partiti già in Parlamento dall’inizio della legislatura.
Nel suo decreto, il governo ha stabilito anche l’inefficacia delle cause di ineleggibilità per i sindaci e i presidenti di provincia “se rassegnano le dimissioni nei sette giorni successivi alla data del decreto di scioglimento delle Camere”. Inoltre, alle prossime elezioni “potranno votare per corrispondenza dall’estero alcune categorie come i militari in missione, professori e ricercatori, dipendenti di amministrazioni dello Stato che si trovano temporaneamente fuori dall’Italia”.
Non si conosce ancora la data esatta del voto, che sarà fissata – probabilmente tra il 17 o il 24 febbraio – dopo che il Capo dello Stato avrà sciolto le Camere.
Redazione
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