
Israele ha terminato l’opera di costruzione della parte principale del muro che corre lungo il confine con l’Egitto. La costruzione del muro, alto 5 metri e lungo 230 chilometri, era iniziata nel novembre 2011 ed era stata fortemente voluta dal Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Questa barriera di sicurezza ha lo scopo di impedire il continuo aumento di ingressi illegali in Israele da parte di presunti terroristi islamici e di immigrati clandestini in cerca di lavoro o di asilo politico.
Imposte anche sanzioni rivolte a coloro i quali assumono immigrati senza permesso di lavoro. Lavoratori che, secondo le leggi in vigore, venivano espulsi dal Paese. Questo, dunque, il punto fermo della politica interna di Netanyahu, preoccupato soprattutto dalla situazione del vicino Egitto. L’immigrazione clandestina in Israele, infatti, ha avuto picchi verificatisi immediatamente dopo la caduta del regime dell’ex presidente egiziano Mubarak, causati dal vuoto di potere manifestatosi nella regione del Sinai, al confine con Israele. Nonostante le nuove autorità egiziane stiano cercando di imporre la loro autorità sulla regione, Netanyahu ha deciso di andare avanti con la sua opera di sbarramento delle frontiere: nei prossimi mesi, infatti, verrà realizzata una nuova striscia di muro lunga 14 chilometri. Una volta terminata l’opera, il muro coprirà il tratto che va dal porto israeliano di Eliat (Mar Rosso) fino alla Striscia di Gaza (sul Mar Mediterraneo). Si tratta del quarto muro al momento presente sui confini israeliani; si va ad aggiungere a quelli che separano lo Stato ebraico da Gaza, dalla Cisgiordania e dal Libano.
Redazione
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