
MESSA EPIFANIA PAPA – Quattro nuovi arcivescovi ordinati da Benedetto XVI. Oggi 6 gennaio, durante la messa dell’Epifania, Papa Ratzinger ha sancito l’ordinanza episcopale del proprio segretario particolare mons. Georg Gaenswein, dei vescovi Fortunatus Nwachukwu, Nunzio in Nicaragua, Nicolas Thevenin, Nunzio in Guatemala e Vincenzo Zani, segretario del dicastero per l’Educazione Cattolica. Presente, in compagnia della moglie Elsa, il premier uscente Mario Monti, oltre a Gianni Letta, Lorenzo Cesa e Rocco Buttiglione.
MESSAGGIO BENEDETTO XVI – Numerose le qualità che il Papa ha elencato per valorizzare i suoi nuovi vescovi: Uomini “inquieti”, a cui “stanno a cuore” gli altri e in grado di indirizzarli verso “la strada” che arriva “alla fede” e alla “via giusta della vita”. Sono anche uomini “coraggiosi”, “valorosi” che “il Signore manda come agnelli in mezzo ai lupi” e che annunciano verità “in conflitto con l’intelligenza dominante” e con “l’agnosticismo oggi largamente imperante”, nonché “estremamente intollerante”. Ratzinger nell’omelia della messa in San Pietro, ha tracciato un parallelo tra il ruolo dei vescovi e le figure dei Magi d’Oriente, il cui viaggio verso Betlemme è stato ricordato stamane nella festa dell’Epifania. I quattro vescovi ordinati “collaboreranno al Ministero del Papa per l’unità dell’unica Chiesa di Gesù Cristo nella pluralità delle Chiese particolari”, e “il nesso tra questa Ordinazione episcopale e il tema del pellegrinaggio dei popoli verso Gesù Cristo è evidente”, in quanto “il vescovo ha il compito non solo di camminare in questo pellegrinaggio insieme con gli altri, ma di precedere e di indicare la strada”.
Come per i Magi che “allora partirono verso l’ignoto”, “uomini dal cuore inquieto” e “spinti dalla ricerca inquieta di Dio e della salvezza del mondo”, anche stamane “l’inquietudine dell’uomo verso Dio e, a partire da essa, l’inquietudine di Dio verso l’uomo devono non dar pace al Vescovo”. Secondo il Papa “un Vescovo dev’essere un uomo a cui gli uomini stanno a cuore, che è toccato dalle vicende degli uomini. Dev’essere un uomo per gli altri”. E “deve precedere, dev’essere colui che indica agli uomini la strada verso la fede, la speranza e l’amore”. Poi “l’umiltà della fede” oggi “si troverà ripetutamente in conflitto con l’intelligenza dominante di coloro che si attengono a ciò che apparentemente è sicuro”. “Chi vive e annuncia la fede della Chiesa, in molti punti non è conforme alle opinioni dominanti proprio anche nel nostro tempo”. Secondo il Pontefice, “l’agnosticismo oggi largamente imperante ha i suoi dogmi ed è estremamente intollerante nei confronti di tutto ciò che lo mette in questione e mette in questione i suoi criteri”. Quindi “il coraggio di contraddire gli orientamenti dominanti è oggi particolarmente pressante per un Vescovo. Egli dev’essere valoroso. E tale valore o fortezza non consiste nel colpire con violenza, nell’aggressività, ma nel lasciarsi colpire e nel tenere testa ai criteri delle opinioni dominanti”. “Il coraggio di restare fermamente con la verità è inevitabilmente richiesto a coloro che il Signore manda come agnelli in mezzo ai lupi”. “I successori degli Apostoli – ha spiegato – devono attendersi di essere ripetutamente percossi, in maniera moderna, se non cessano di annunciare in modo udibile e comprensibile il Vangelo di Gesù Cristo”.
“Gli uomini sapienti seguirono la stella e arrivarono a Gesù, la grande luce che illumina tutta l’umanità”.
Redazione online
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