
Ancora polemiche intorno alle scelte sulla composizione delle liste da parte di Antonio Ingroia, leader di Rivoluzione Civile. Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso dalla mafia il 19 luglio 1992 e leader del Movimento delle Agende Rosse, ha ritirato infatti il sostegno alla lista dell’ex pm, dopo che questi aveva candidati in posizioni che non ne avrebbero permesso l’elezione due esponenti del movimento che fa capo proprio a Borsellino: Lidia Undiemi e Benny Calasanzio.
“Avevo pensato di dovere aspettare la pubblicazione delle liste, e lo farò prima di prendere una decisione definitiva, ma già da oggi purtroppo posso avere sentore di quello che dovrò leggere” – scrive su Facebook Salvatore Borsellino – “I due rappresentanti del mio movimento che, insieme a tanti altri giovani, mi avevamo dato la disponibilità ad essere candidati nella lista di Rivoluzione Civile e che io avevo indicato come elementi di punta per il loro curriculum, per le loro qualità intrinseche e per l’impegno e la passione sempre profusa nelle attività del nostro movimento, non hanno trovato posto nella lista di Antonio Ingroia se non posposti, e non di poco,ad altri nomi sia di politici che della società civile. I primi in base alle contrattazioni di vecchio stampo tra i partiti componenti la lista, i secondi scelti in base alla notorietà ed alla visibilità mediatica che non sempre coincidono con l’impegno civile”.
Borsellino ha dunque proseguito: “Con rammarico e pur sempre riservandomi di giudicare con maggiore attenzione le liste una volta che saranno pubblicate, debbo purtroppo anticipare che difficilmente potrò confermare il quell’appoggio che, dopo alcune perplessità iniziali, avevo dato alla lista di ‘Rivoluzione Civile’. Probabilmente qualcuno era interessato unicamente alla mia candidatura e una volta venuta a cadere questa ipotesi e dopo che io ho preteso con forza una smentita che pure è tardata ad arrivare, non ha ritenuto di volere dare fiducia a questi giovani”.
Non si è fatta attendere la risposta di Ingroia: “Conoscendolo, capisco anche il suo disappunto per il fatto che la lista civica che abbiamo organizzato contenga anche esponenti di punta di partito, ma Salvatore deve sapere che noi non siamo antipolitica. Noi crediamo nella possibilità di mettere insieme le energie migliori della società civile e della buona politica. Chiedo a Salvatore Borsellino di avere pazienza, verificando che i nomi inseriti nelle nostre liste certamente non sono stati scelti in base alla notorietà e alla visibilità mediatica, ma selezionati in base a storie lunghe e dolenti di impegno civile, spesso segnate da tragedie come quella di Salvatore. Un solo nome per tutti, Franco La Torre. Chiedo a Salvatore quindi di rispettare questi nomi e questi nostri candidati”.
Intanto, un’altra tegola si abbatte sulle liste siciliane di Rivoluzione Civile. La base del movimento guidato da Ingroia ha infatti espresso le proprie perplessità rispetto alla scelta di Luigi Li Gotti, esponente dell’Idv, come capolista al Senato. Il deputato uscente del partito di Di Pietro, del quale è responsabile giustizia, noto per esser stato avvocato difensore dei più noti pentiti di mafia, da Tommaso Buscetta a Giovanni Brusca, ha un lungo passato da militante del Movimento Sociale Italiano, partito del quale è stato segretario e consigliere comunale a Crotone a metà anni Settanta, e poi di Alleanza Nazionale, dalla quale è uscito a fine anni Novanta.
Redazione online