
LEGGE SALVA ILVA – Accolta dal gip del Tribunale di Taranto, Patrizia Todisco, la richiesta della Procura che ha sollevato la questione di legittimità costituzionale della legge 231 ‘Salva Ilva’; inviati gli atti alla Consulta. I dubbi sulla non costituzionalità di detta legge erano già stati resi noti, la scorsa settimana, dal Tribunale di Taranto, allora in funzione di giudice dell’appello. Gli atti erano stati così rimessi alla Consulta e il giudizio era stato sospeso in attesa della decisione della Corte costituzionale.
Qualora la magistratura decidesse di dissequestrare i prodotti finiti e semilavorati giacenti sulle banchine del porto, allora i soldi incassati dalla vendita della merce saranno utilizzati per adempiere alle prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale, a pagare gli stipendi e “a quant’altro necessario per la sopravvivenza dell’azienda”. L’azienda ha tenuto a precisare che la svolta dipenderà dalla decisione dei giudici e in questo caso di Todisco, la quale è chiamata a decidere sull’istanza di dissequestro dei prodotti avanzata dall’azienda.
Il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, ha precisato in merito che l’Ilva farà “tutti i tentativi possibili” per pagare gli stipendi di febbraio (circa 70 milioni di euro per tutti gli stabilimenti italiani) e che “l’azienda è sana, robusta e ha sempre risposto ai suoi impegni“. Ma nello stesso tempo ha insistito sulla necessità che venga sbloccata la merce sequestrata, circostanza ritenuta vitale per il futuro dell’Ilva, perché “non si può con un tratto di penna chiudere un’azienda o mandare a casa i lavoratori”. “La premessa fondamentale da cui si deve partire è l’affermazione forte da parte di tutti del rispetto della legge”.
Al contrario i sindacati non sono dello stesso parere, infatti il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, “ha ribadito l’impegno a reperire le risorse finanziarie per garantire il pagamento regolare degli stipendi di gennaio, ma non ha nascosto le difficoltà di poter continuare a produrre”. Parole pesanti quelle del segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, per il quale “c’é un problema di credibilità dell’operazione: ci vogliono quattro miliardi di euro di investimenti e per ora la famiglia non li ha tirati fuori”. Per Landini, “tempo da perdere non ce n’é più”, piuttosto “c’é il rischio che tra qualche giorno riesploda la situazione”.
Intanto è stato arrestato a Londra Fabio Riva, il vicepresidente di Riva Fire nonché figlio del patron dell’Ilva Emilio Riva. Secondo quanto appreso dal ‘Nuovo Quotidiano di Puglia’, Riva sarebbe stato bloccato dalle autorità inglesi che non hanno ancora comunicato all’Italia ufficialmente la notizia. L’uomo era ricercato dal 26 novembre scorso, giorno in cui molte persone sono state arrestate nell’ambito dell’inchiesta per disastro ambientale a carico dei vertici dell’Ilva di Taranto.
L.B.
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