Roma: scandalo a luci rosse in Procura, in manette il pm Staffa

Locale a luci rosse (Getty Images)

Il pubblico ministero di Roma Roberto Staffa è finito oggi in carcere con le accuse di concussione, corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio: i reati avrebbero a che fare con presunti favori in cambio di prestazioni sessuali. Secondo quanto trapelato dagli ambienti investigativi, il provvedimento di arresto sarebbe seguito a mesi di indagini con microspie e telecamere piazzate nell’ufficio del pm Staffa, in piazzale Clodio, attraverso le quali si sono raccolti indizi che avrebbero inchiodato il magistrato alle sue responsabilità.

Secondo l’autorità giudiziaria di Perugia, che ne ha disposto l’arresto, Staffa avrebbe intrapreso una relazione con un transessuale straniero, che sarebbe stato anche ripreso all’interno del suo ufficio. Lo stesso trans, un anno e mezzo fa, dopo aver subito un arresto nell’ambito di un’operazione antiprostituzione, avrebbe vantato di avere rapporti con il pm, facendo intuire agli inquirenti di subire una sorta di ricatto dal magistrato, che gli avrebbe assicurato protezione in cambio di rapporti sessuali.

L’interrogatorio era stato secretato e inviato alla Procura di Perugia, competente per i reati commessi dalla magistratura romana, che aveva provveduto a pedinare e mettere sotto controllo il pm, fino a oggi, quando a conclusione del percorso investigativo, peraltro noto alla procura di Roma, per Staffa sono scattate le manette ai polsi. Si attende ora l’interrogatorio di garanzia che si terrà nei prossimi giorni.

 

Redazione online