La Corte dei Conti contro fisco eccessivo e corruzione

Luigi Giampaolino, presidente Corte dei Conti

Nel giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario alla Corte dei Conti, il Presidente Luigi Giampaolino è tornato ad ammonire, come già fatto più volte nel corso dell’ultimo anno, contro il prelievo fiscale eccessivo e il rischio di avvitamento per l’economia italiana. Ulteriori aumenti delle imposte aggravano “una pressione fiscale già fuori linea”, favorendo “le condizioni per ulteriori effetti recessivi“, ha detto Giampaolino. La pressione fiscale, dunque, va ridotta e occorre procedere anche ad “una più equa distribuzione del carico fiscale”.

Il Presidente della Corte dei Conti ha invitato il Parlamento e il Governo che usciranno dalle elezioni di fine febbraio ad adottare delle misure che siano “in grado di generare una più equilibrata composizione di entrate e spese“. Occorre tuttavia “restare sul sentiero di risanamento che conduce al pareggio di bilancio”, ha precisato.

Inoltre è stata sottolineata “la necessità di puntare sui fattori in grado di favorire la crescita“, perché le manovre correttive avviate dai precedenti governi comportano “il pericolo di un avvitamento” dell’economia.

Il male endemico dell’Italia rimane tuttavia quello della corruzione, che nel nostro Paese ha assunto “natura sistemica” e che “oltre al prestigio, all’imparzialità e al buon andamento della pubblica amministrazione pregiudica l’economia della nazione“, ha aggiunto Giampaolino.

Il procuratore generale della Corte dei Conti, Salvatore Nottola, ha poi segnalato i problemi degli enti “costituiti e partecipati dagli enti locali”, indebitati per “oltre 34 miliardi di euro”. La gestione delle cosiddette partecipate “spesso sfugge al controllo dell’ente”, ha affermato il procuratore generale della Corte dei Conti, e spesso la loro gestione è “disavveduta” o caratterizzata da “comportamenti illeciti, a volte anche delittuosi”.

L’altra macchia che grava sull’Italia riguarda le frodi nella utilizzazione dei fondi comunitari europei, che, ha denunciato Nottola, hanno portato alla sottrazione di “oltre 1 miliardo di euro” al “bilancio dell’Unione Europea, negli ultimi dieci anni”. Una cifra spaventosa che invece di essere impiegata in progetti mirati al rilancio dell’occupazione, dell’economia e del territorio è finita nelle tasche sbagliate.

Redazione

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