Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha visitato oggi il carcere milanese di San Vittore, denunciando, al termine dell’incontro con detenuti e operatori, la drammatica situazione dei penitenziari italiani. “Ho più volte, anche di recente, colto l’occasione per denunciare l’insostenibilità della condizione delle carceri e di coloro che vi sono detenuti” – ha affermato Napolitano – “Avrei auspicato che i miei appelli fossero accolti in misura maggiore di quanto è realmente avvenuto”.
Ha continuato ancora il presidente della Repubblica: “Ho pensato tuttavia di dovere, raccogliendo l’invito a visitare San Vittore e in particolare la sollecitazione che mi è venuta dalla dottoressa Di Rosa, membro del Csm, levare nuovamente la mia voce, dopo che sul tema è intervenuta ancora una volta la Corte Europea per i diritti dell’uomo, con una condanna mortificante, come io stesso l’ho definita, per l’Italia”.
Napolitano ha poi ripreso le parole del presidente del Dap, Giovanni Tamburrino, il quale “ha analizzato attentamente in un suo scritto la sentenza della Corte Europea, considerando dovere indifferibile e indefettibile da parte nostra darvi esecuzione”. Ha concluso il Capo dello Stato: “In gioco c’è una delle condizioni essenziali dello stato di diritto. Sono in gioco il prestigio e l’onore dell’Italia”.
Fuori dal’istituto penitenziario, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha risposto alla contestazione del radicale Marco Cappato, che invocava un provvedimento di amnistia: “Se mi fosse toccato mettere una firma lo avrei fatto non una ma dieci volte, ma è peculiarità del Parlamento pronunciarsi”.
Redazione online