
L’uccisione a Tunisi, ieri mattina, di Chokri Belaid, leader del partito di opposizione dei Patrioti democratici, ha scatenato il caos in Tunisia, facendo ripiombare il Paese all’epoca della Rivoluzione dei Gelsomini di due anni fa, che provocò la caduta del presidente Ben Alì, dando avvio alla cosiddetta Primavera araba.
Molte persone da ieri si sono riversate in strada, davanti alla sede del Ministero dell’Interno, per protestare contro l’uccisione del leader politico laico e contro i ripetuti attacchi e violenze che da tempo si verificano contro gli esponenti delle forze politiche di opposizione. Attacchi e violenze messi in atto dagli islamisti e soprattutto dalle squadre della Lega per la protezione della Rivoluzione. Per l’omicidio di Chokri Belaid è finto sul banco degli imputati il partito confessionale islamico al governo, Ennahda, da molti ritenuto responsabile e non solo a livello politico. Le manifestazioni di protesta contro il governo e il partito Ennahda sono presto degenerate in scontri e violenze durissimi, per lo più a Tunisi, ma anche in altre parti del Paese.
Nella città di Beja si è scatenata una vera e proprio caccia all’uomo contro i militanti di Ennahda, mentre in varie località della Tunisia sono state assaltate e incendiate le sedi del partito.
Nella capitale tunisina sono tornate le barricate e durante gli scontri violentissimi si è registrato subito il primo morto: un agente di polizia, ucciso da un manifestante con un sasso che gli ha sfondato il petto.
Oltre a lui, secondo quanto riportato da radio Mosaique, avrebbe perso la vita anche un giovane manifestante intervenuto nel corso degli scontri a Gafsa. Non ci sono però ancora note ufficiali che attestano il decesso.
Nel clima di confusione il Primo Ministro Hamadi Jebali ha annunciato lo scioglimento del governo per formarne uno di emergenza e di unità nazionale, composto da tecnici, che conduca la Tunisia verso nuove elezioni. La decisione del premier ha trovato l’appoggio del partito di maggioranza Ettakatol, al governo insieme ad Ennahda e al Congresso per la Repubblica, ma ha spaccato proprio il suo partito, all’interno del quale non tutti sono d’accordo con lo scioglimento del governo. Abdelhamid Jelassi, vicino al leader Rachid Gannouchi, ha dichiarato che Ennahda non è d’accordo con la proposta di un governo tecnico e che Jebali ha agito senza aver consultato il partito.
Redazione
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