Trattativa Stato-mafia: oggi il giorno della deposizione di De Gennaro

Gianni De Gennaro (Getty Images)

Proseguono le deposizioni dei testi nelle udienze preliminari per il processo della trattativa Stato-mafia in corso nel carcere di  Rebibbia, oggi è stata la volta del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ed ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro, all’epoca a capo della Direzione Investigativa Antimafia.

De Gennaro, citando un appunto uscito “dopo Capaci che inserisce entrambe le circostanze in un’unica strategia di attacco mafioso in una logica di reazione alle condanne definitive del maxiprocesso”, ha affermato: “So che l’assassinio di Salvo Lima fu inquadrato come reazione mafiosa al maxiprocesso”. L’ex capo della Dia ha poi affermato di non ricordare “pericoli di attentati” nei confronti dell’ex ministro democristiano Calogero Mannino.

Secondo De Gennaro, che ha confermato la nota arrivata alla Dia il 10 luglio 1993 in cui si evidenziava una “strategia di pressione sullo Stato”, “c’era uno stato di incertezza nell’attribuire gli attentati del ’93. L’attribuzione della matrice mafiosa non fu facile”.

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha inoltre affermato di non essere “a conoscenza di rapporti tra il Ros e Ciancimino nel ’92”, perché “di solito non si dava notizia di tali iniziative”. De Gennaro ha anche affermato di essere sempre stato contrario alle modifiche del 41 Bis in senso meno restrittivo, perché “era un regime di sofferenza e incentivava le collaborazioni.

 

Redazione online